Diga, dopo il sì di Roma la battaglia continua

Diga, dopo il sì di Roma la battaglia continua
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Il giorno dopo la decisione di Roma, il Comitato “Custodiamo la Valsessera” non si dice sorpreso. «Sapevamo che avrebbe potuto andare così, lo temevamo, tutti i segnali andavano in quella direzione, avevamo intuito che la Commissione di Via-Vas si stava orientando in quella direzione», confida Gian Matteo Passuello, presidente e portavoce dei dissidenti della nuova diga sul Sessera da 12 milioni di metri cubi. E così, per il gruppo che ha guidato la protesta negli anni, ora è il tempo di “mirare” più in alto  con le azioni di contrasto. «Ci siamo preparati per tempo: ora i fronti  sui quale ci muoveremo  saranno da un lato quello europeo, perché riteniamo che il Sito di interesse comunitario sia stato volutamente snobbato, sia quello più squisitamente politico centrale, romano: investiremo le forze politiche  del problema  delle risorse, dei costi-benefici di un’opera faraonica per ora stimata 320 milioni di euro. Per far questo  compiremo anche un’analisi dettagliata dei documenti e dei dati oggi disponibili  per la quale è necessario un po’ di tempo».

 Il primo a prendere posizione sulla decisione Via è il pd Wilmer Ronzani che assicura i parlamentari del suo partito  “faranno la guardia”. «Il parere della Commissione Via e il decreto, qualora quest’ultimo venisse firmato dal Ministro dell’Ambiente Clini - aggiunge -  non chiudono la vicenda. E’ scandaloso che in un momento come questo l’opera possa essere considerata una priorità ed essere finanziata dal ministro dell’Agricoltura ed è esattamente questa la questione che i parlamentari del Pd porranno al Ministro. E bene però che tutti sappiano che a questo punto siamo arrivati per responsabilità della giunta regionale e provinciale di centrodestra, di Cota e di Simonetti. Il progetto della diga sul Mastallone in Valsesia, con Buonanno è stato  rimesso nel cassetto perché la Lega si e messa di traverso. Nel Biellese è successo il contrario, la Lega prima ha detto no e poi ha condiviso o si è piegata alla posizione del Pdl, da sempre schierato con il Consorzio di Bonifica. Quando, come è avvenuto anche nella riunione dell’ultimo Consiglio provinciale, Simonetti dichiara con una disinvoltura impressionante di non essersi mai schierato a favore del progetto, mente sapendo di mentire. Sono i fatti a sconfessarlo. Questi ultimi dimostrano una cosa semplicissima e chiarissima: della diga sul Sessera si era tornati a discutere tra il 2000 e il 2005 quando in Regione e in Provincia di Biella governava il centrodestra: Ghigo e Scanzio. Con l’avvento del centrosinistra alla guida dei due enti il progetto venne accantonato per essere riproposto all’indomani delle elezioni regionali e provinciali vinte dal centrodestra con Cota e Simonetti».Replica a distanza l’assessore provinciale pdl   all’Agricoltura Guido Dellarovere:  «Fin dall’approvazione del Piano idrico regionale con la Giunta di centrosinistra Bresso  era stato acclarato che  l’agricoltura biellese era in deficit idrico di 1 milione di metri cubi  di acqua. E Ronzani si astenne. Mi fa sorridere  la protesta fine a se stessa. Il problema è il deficit idrico e gli unici che hanno  presentato una proposta credibile per affrontare quella che è e sarà sempre più un’emergenza è stato il Consorzio della Baraggia.  La Provincia non ha fatto che prendere atto della situazione e non ha mai espresso valutazioni  politiche su una questione  molto tecnica. I soldi? Certo, sono  somme importanti, ma a questo punto dubito che il ministero dell’Agricoltura che  ha sostenuto finanziato il progetto non si sia preoccupato del  finanziamento dell’opera».  Opera che - secondo Ronzani  - «è devastante per la Valsessera sia per l’impatto, sia per i lavori di realizzazione. Non rendersene conto - spiega - è da irresponsabili, cosa tanto piu grave se si considera  che non avrà alcuna utilità per il Biellese». 

Sulle innumerevoli prescrizioni, Ronzani afferma «che  comporteranno un ulteriore e vergognoso aumento dei costi: tanto paga Pantalone. Di più - aggiunge -: più costerà l’opera e tanto maggiore sarà l’aggio per il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese». Per Ronzani «si tratta di un film che si ripete: la stessa identica situazione si era verificata in occasione delle dighe sul Ravasanella e sull’Ingagna, anche allora infatti i costi finali dell’opera lievitarono in misura scandalosa e nessuno si pose, nonostante le nostre denunce, il problema di compiere una valutazione costi-benefici». 

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