Aveva una piantagione di marijuana in casa: arrestato

Aveva una piantagione di marijuana in casa: arrestato
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In quella cascina immersa nel verde della campagna tra Dorzano e Salussola, aveva realizzato il suo business: una filiera completa per la produzione di marijuana per rifornire i canali dello spaccio. Pensava che nessuno riuscisse a scoprirlo. La zona, dopotutto, è isolata, distante dalle normali vie di comunicazione. Ma in giardino, negli ultimi giorni, spiccavano, forti e rigogliose, delle piante alte addirittura tra il metro e i due metri e mezzo, dalle  foglie inconfondibili: cannabis indica della migliore, con un principio attivo molto elevato.

Per l’imprenditore della marijuana sono così scattate le manette. Si tratta di un milanese, Gabriele Zanocchio, di 62 anni, con precedenti peraltro non specifici che si perdono nei meandri del tempo, trapiantato da pochi mesi tra Salussola e Dorzano considerato che risulta residente nel primo paese, in cascina San Giorgio, e domiciliato nel secondo, in cascina Ospedale, dove appunto aveva impiantato la fiorente coltivazione e dove i carabinieri hanno trovato anche delle armi, un paio denunciate (un fucile a pompa calibro 12 e una carabina calibro 22), ma trasferite da Milano nel Biellese senza avvertire nessuna autorità e quindi in barba alla legge, una terza (una carabina calibro 9) non dichiarata e sulla quale gli investigatori stanno effettuando specifici accertamenti. 

L’operazione.  E’ stato un blitz che in gergo viene definito di “iniziativa”, quello organizzato due giorni fa dai carabinieri di Salussola (competenti per territorio) con l’appoggio determinante dei loro colleghi del comando  di Cavaglià e del Nucleo radiomobile di Biella, coordinati sul campo dal luogotenente Luigi Piras. Quando hanno fatto irruzione nei locali della cascina, i militari hanno sequestrato le piante di canapa indiana del giardino e altre ottanta piantine della stessa specie, tra i 15 centimetri e il mezzo metro, curate e coccolate in un apposito locale adibito a vivaio, con illuminazione e ventilazione forzate ad aria calda. Altre cento piante erano appoggiate su particolari rastrelliere ventilate e attrezzate per l’essiccazione.Il milanese si trova ora in carcere in viale dei Tigli a disposizione del magistrato.

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