GENIUS LOCI - Utóbri utubrìn, a l’è ’l mèis di vin

GENIUS LOCI - Utóbri utubrìn, a l’è ’l mèis di vin
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A Vermogno, frazione di Zubiena si dice: «Utóbri utubrìn, a l’è ’l mèis di vin», ossia, “Ottobre, ottobrino è il mese dei vini”, in quanto le operazioni di vendemmia e di vinificazione impegnavano molto la famiglia contadina, coadiuvata a turno dall’intera comunità.Prima della raccolta dell’uva è necessario preparare le viti con l’eliminazione di alcune foglie esponendo i grappoli ai raggi diretti del sole; predisporre le ceste per la raccolta dei grappoli maturi, bagnare tini e botti per far gonfiare le doghe. Operazioni lunghe e faticose, che giusitificano, in questo periodo dell’anno, la quasi totale assenza di feste particolari nel calendario contadino, in quanto tutte le energie della famiglia venivano indirizzate all’attività produttiva e di raccolta dei frutti della terra.

Verso la fine del mese, con l’arrivo dell’umidità e dell’abbassamento della temperatura, si iniziava ad assaggiare il vino nuovo, creando l’occasione per brevi momenti festivi di incontro, con lo sguardo sempre rivolto alle previsioni metereologiche.A Piedicavallo, un detto speranzoso afferma: «sa truna i mèis d’utóbre, a fa l’invèrn caut», vale a dire: “se tuona in ottobre, ci sarà un inverno caldo”; avendo ben presente il consiglio dei Biellesi di Biella, in cui si afferma che «par i Sant, paltò, capèl e guant», ossia, “ad Ognissanti (bisogna indossare) cappotto, cappello e guanti”.

Giovanni Savio

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