DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO

DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO
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New York. Come promesso, oggi si scrive di un incombente Halloween da cani. Halloween ormai al centro dell’attenzione statunitense (soprattutto commercialmente) può essere vissuta da umani, da zombie (e affini “più morti che vivi”) o può esser vissuta “da cani”: nel senso letterale del termine! Supponiamo che io sia un cane di medio-piccole dimensioni, coccolato dalla tipica mamma newyorkese che in me vede quel simbolo di completezza alla sua fotografia “papà, mamma, figli e cane = perfetta famiglia di New York”.

New York. Come promesso, oggi si scrive di un incombente Halloween da cani. Halloween ormai al centro dell’attenzione statunitense (soprattutto commercialmente) può essere vissuta da umani, da zombie (e affini “più morti che vivi”) o può esser vissuta “da cani”: nel senso letterale del termine! Supponiamo che io sia un cane di medio-piccole dimensioni, coccolato dalla tipica mamma newyorkese che in me vede quel simbolo di completezza alla sua fotografia “papà, mamma, figli e cane = perfetta famiglia di New York”.
Sono il cane più fortunato del mondo, vivo in una metropoli stimolante, stracolma di negozi per me, per il mio menù e il mio guardaroba, dove ricevo un cappottino da indossare quando fa freddo, dove mi mettono le scarpette quando nevica, l’impermeabile quando piove, mi seguono accuratamente con sacchettini di plastica e guinzagli super-tecnologici e, non ultimo, ho al mio fianco schiere di associazioni pronte a difendermi a spada tratta se per sbaglio la mia padrona mi molla uno scapaccione. Sono il cane viziato più fortunato del mondo, sicuramente al centro delle attenzioni di una amorevole società e famiglia di benestanti, cibato dalla padrona/mamma che, pure attraente, si dimostra piena di iniziative.
Le pago tutte però (queste fortune da cane newyorkese) all’arrivo di Halloween, quando alla mia padrona viene in mente di travestirmi. E come a lei, ad altre migliaia di padroni sull’orlo di una crisi di isteria euforica, salta in testa l’idiozia di farci partecipare alla sfilata di Halloween, creata apposta per noi cani, a Central Park. Ovvio che io mica posso lamentarmi oltre dopo abbaiate e latrati estremi, e affermo solo che ci sarà un motivo se noi cani siamo nati senza abiti e mai abbiamo sentito l’esigenza di truccarci e travestirci. Noi cani abbiamo un certo decoro da difendere (apparteniamo ad una certa razza), noi non ci ubriachiamo per sopportare costumi demenziali, noi non siamo annoiati. Ora mi chiedo perché devo sembrare un pacchetto di Marlboro per colpa dello stupido travestimeno che mi hanno forzato ad indossare. E quello lì che è vestito come un vagone della metropolitana? E quell’altro come Batman? E questo qui come la cantante degli Abba? E quello là che era un pastore tedesco e oggi è vestito da hamburger con tanto di patatine di McDonalds? Va bene: ad Halloween diventiamo ridicoli per la gioia dei nostri padroni, non ne capiamo il motivo, non ne condividiamo la scelta, e pure noi, cani viziati di New York, possiamo affermare oggi, che è una vita da cani, la nostra!
Emilio Paschetto