Clonatore di Postamat
Stavolta lo skimmer, il famigerato apparecchio in grado di clonare i codici delle card con banda magnetica durante un prelievo, è stato piazzato in uno sportello Postamat, quello delle Poste di via Iside Viana a Candelo. E’ la prima volta, quantomeno nel Biellese, che i “clonatori” prendono di mira lo sportello di un ufficio postale. Per fortuna il primo cliente si è accorto che una parte della struttura posticcia, segno che il biadesivo utilizzato aveva in parte ceduto. Ha così telefonato quasi per scrupolo ai carabinieri del paese prima di effettuare il prelievo.
Una segnalazione rapida e decisiva. Perché i militari hanno scoperto l’inganno, il furto dei dati da carte di credito e bancomat non è avvenuto e - ciliegina sulla torta - nel pattugliare le strade limitrofe all’ufficio postale, i carabinieri hanno fermato l’autore del tentativo di clonazione, Bogdan Scurturagu, 30 anni, rumeno, proveniente da Torino, con una lunga sfilza di precedenti alle spalle, artigiano edile ma esperto in informatica. Lo straniero è stato alla fine denunciato per il reato di installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire od interrompere comunicazioni informatiche o telematiche. I carabinieri hanno recuperato ogni cosa, dall’aggeggio elettronico alla microcamera passando dalla chiavetta Usb dove i dati sarebbero stati memorizzati. Il rumeno è stato inoltre denunciato per il porto abusivo di un coltello a serramanio
Lo skimmer, composto da circuiti stampati collegati ad una microcamera autoalimentata, era contenuto all’interno di un’apposita struttura in alluminio fissata allo sportello con nastro biadesivo. Una piastra in rame verniciato applicata sulla fessura di accesso delle tessere (al cui interno si trovava un dispositivo idoneo a riprodurre il codice della banda magnetica), era stata collocata nello sportello Bancoposta. Con l’inserimento delle card nella fessura, l’apparecchio era in grado di clonarle. Con l’ausilio della minuscola telecamera, l’artigiano rumeno sarebbe poi stato in grado di memorizzare il codice “Pin” su supporto informatico. Di norma, i dati acquisiti con la frode, grazie ad un programma di gestione per bande magnetiche, vengono poi stati trasferiti su un’altra tessera plastificata vergine con le stesse caratteristiche di una carta di credito o di un bancomat. In tal modo i “clonatori” hanno la possibilità di effettuare acquisti - spesso via internet - sino a quando l’utente o il sistema antifrodi del circuito Bancoposta non provvedono a disattivarla.
Valter Caneparo