"A scuola più tardi? Lo dice la scienza"

"A scuola più tardi? Lo dice la scienza"
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«Non mi aspettavo affatto tutto questo clamore. Pure il Tg5 ha parlato della mia proposta... Eppure, io non ho fatto una presentazione con tanto di squilli di trombe: ho semplicemente offerto una nuova possibilità, che peraltro in Italia già una scuola del Parmense  ha attivato, agli studenti che il prossimo anno sceglieranno il mio Liceo. Una possibilità, ripeto: ora la scelta sta a loro. Se nessuno sarà interessato, non se ne farà nulla e avanti come prima». E’ quasi imbarazzato il preside del liceo Scientifico “Avogadro”, David Coen Sacerdotti, davanti all’inaspettata notorietà che i media nazionali gli hanno riservato. La sua proposta di posticipare tutta la giornata degli studenti di due ore, con ingresso a scuola alle 10 e uscita alle 16.30, con un’ora di pausa pranzo - che i mass media hanno giustificato, semplificando, con la scusa che «i ragazzi iniziano a carburare dopo le 10» - ha sollevato dubbi, entusiasmi, dibattiti e riflessioni da più parti e in tutta Italia. Ma «dietro - spiega Coen - ci sono esperienze collaudate che giustificano la scelta». 

Preside, giustifica anche a noi una scelta come questa? 

«E’ un modello didattico ben preciso, applicato in Inghilterra, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare per i risultati che ha già ottenuto. Si basa sul principio biologico, appurato, secondo cui gli adolescenti vivono secondo un “orologio biologico” sfasato di due ore rispetto a bambini e adulti. Le loro 7 del mattino, in pratica, sono le nostre 5. E questo nelle prime ore della giornata è il motivo per cui sono spesso svogliati, pigri, irritabili».   

Motivo per adeguare la scuola ai loro ritmi?

«L’esperienza della scuola inglese è semplicemente un’intelligente mossa per ottimizzare i risultati: se i ragazzi frequentano negli orari in cui sono più reattivi, i risultati saranno migliori. E infatti, gli esiti della sperimentazione parlano di un cospicuo aumento del rendimento. Che magari non è dovuto solo all’orario, ma che certo ne è favorito».

Ma non pensa che rivoluzionare gli orari sia un problema, anche pratico?

«Non penso affatto. Guardiamo i vari fattori. Trasporti: sugli assi principali sono organizzati a tutte le ore. Pasto: molte scuole si servono dei centri di cottura cittadini, perché non farlo anche noi? Insegnanti: ho già la fila di docenti interessati a prendere servizio secondo il nuovo orario, per cui nessun problema. Forse, ci sarebbe un solo ostacolo».

Quale? 

«Consentire ai ragazzi che praticano sport o altre discipline di potersi allenare negli orari pomeridiani canonici. Per loro, il modello non è attuabile». 

Dunque, una soluzione a tutti i problemi?

«Io credo si tratti di un modello attuabile. In ogni caso, non sarà applicato se non vi sarà almeno una classe che aderisce. E si potrà sempre tornare all’orario normale nel caso non funzioni».

Ha fatto qualche previsione sulle adesioni?

«Assolutamente, e’ troppo presto. Siamo ancora in una fase in cui i ragazzi hanno bisogno di chiarirsi le idee».

Veronica Balocco

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