Bidoni pieni d'olio abbandonati

Bidoni pieni d'olio abbandonati
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Nuovi bidoni inquinanti abbandonati nel Basso Biellese. L’ultimo episodio è avvenuto giovedì della scorsa settimana, nel Comune del “mare Biellese”. Un fatto che ha destato grande allarme nel sindaco Antonino Rosa e che solo dopo i controlli di rito, s’è parzialmente ridimensionato in termini di pericolosità inquinante. I cinque bidoni ritrovati, infatti, contenevano olio industriale, ma non sostanze tossiche come pareva all’inizio secondo alcune segnalazioni. «Il che ovviamente non vuol dire che il problema non esista - spiega Rosa -. Infatti il rischio che bidoni abbandonati possano creare situazioni d’inquinamento a falde acquifere è reale. Per fortuna siamo interventi in tempo».

Il caso. Il ritrovamento a Viverone segue altri casi avvenuti in Provincia, spesso pure di materiale edile. L’ultimo dei quali a Ponderano, per un caso di eternit segnalato alla polizia municipale. Un legame? Spetterà alle forze dell’ordine provare a mettere ordine in questi episodi. Sui fatti di Viverone indagano i carabinieri della stazione dell’Arma di Cavaglià. I cinque fusti sono stati trovati nella zona del lago di Bertignano. Un sito ideale per abbandonare in fretta e furia materiale inquinante, visto il sostanziale isolamento del piccolo bacino lacustre. Lo sa bene proprio il sindaco: «La prevenzione è una gran cosa... Certo con solo due vigili urbani non è affatto facile controllare tutto il territorio comunale, soprattutto zone così isolate. Il terreno dove sono stati abbandonati i bidoni è particolarmente isolato e poco illuminato. Perfetto, insomma, per persone che vogliono abbandonare materiale di varia natura e scappare. Contrastare questi comportamenti incivili non è però semplice. Spiace perché abbiamo un centro di raccolta rifiuti aperto tutti i giorni, proprio per venire incontro a tutte le esigenze. Un centro che funziona sia per noi sia per i residenti del paese di Roppolo». 

Telecamere... «Ecco perché purtroppo è impensabile un progetto di video-sorveglianza della zona - spiega l’amministratore -. Troppe strade non asfaltate, troppa campagna per pensare di dotare la zona di telecamere. La polizia urbana del Comune proverà a vigilare ulteriormente, in collaborazione con le altre forze dell’ordine del territorio, ma è evidente che si tratta di una battaglia impari. Con un sistema di “occhi digitali” che invece in altre parti del Comune stanno dando risultati, soprattutto in chiave di prevenzione, sarebbe più facile evitare certi spiacevoli ritrovamenti. Di quanto trovato abbiamo coinvolto l’Azienda sanitaria locale e l’Arpa».

Paolo La Bua

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