Aumentano furti e rapine. Più di 4 mila procedimenti penali
«Su furti, rapine e truffe invito la popolazione a tenere alta l’attenzione ricordando che le forze di polizia possono ottenere maggiori e positivi risultati a livello investigativo nella misura in cui le denunce sono tempestive. Invito poi tutti a raccontare sempre ogni particolare, anche circostanze che, nell’immediato, possono sembrare ininfluenti mentre, in realtà, potrebbero rivelarsi fondamentali nel contesto delle indagini...». A fare il punto sull’aumento nell’ultimo periodo di episodi di microcriminalità, è chi dal suo osservatorio privilegiato ha il reale “polso della situazione”, il procuratore della Repubblica, Giorgio Reposo.
Telecamere. Il Procuratore è favorevole all’installazione in alcune zone della città (come ha già in parte provveduto l’amministrazione comunale) delle telecamere, in quanto - spiega - «non si deve avere timore di un’eccessiva sorveglianza perché le persone oneste non hanno nulla da temere. Le immagini sono spesso elementi utili che possono portare a dei chiarimenti e a identificare chi commette reati. Invito inoltre le banche, gli uffici postali e le assicurazioni, ad aggiornare i propri impianti di sorveglianza in modo che in qualsiasi caso possano fornirci delle immagini chiare...».
Crisi. In merito all’avanzare della crisi, il Procuratore se ne può rendere conto anche dall’aumento dei reati fiscali in senso lato, dalla continua chiusura di insediamenti produttivi con la perdita del lavoro da parte di numerosi cittadini nonché dall’aumento delle procedure concorsuali. Per Reposo, il numero degli episodi criminali minori potrebbe aumentare: «Se la situazione economica non migliorerà - precisa - la qualità della vita sarà sempre più bassa con un aumento della povertà e con la classe media che finirà per non esistere più. Tutto ciò potrebbe avere riflessi proprio sulla microcriminalità, probabilmente destinata ad aumentare...».
Più denunce. In aumento è di sicuro il numero delle notizie di reato che quest’anno hanno superato abbondatemente la soglia dei 4.000 procedimenti. «Purtroppo - sottolinea Reposo - vi sono tantissime querele che riguardano fatti bagatellari che andrebbero depenalizzati. E una buona quota è rappresentata da reati economico-fiscali...».
Poca galera. I cittadini e le forze dell’ordine restano di stucco quando un ladro o un truffatore vengono arrestati, subiscono il processo per direttissima e il giorno dopo vengono rilasciati. «Noi magistrati abbiamo delle precise norme da rispettare, non possiamo decidere di applicarle oppure no. Le ultime indicazioni da parte del legislatore sono quelle di evitare il più possibile il carcere per gli arrestati se non come estrema ratio. Non per niente gli ultimi decreti in materia sono sati ribattezzati “svuota carceri”. In questo modo si ritiene che si garantisca comunque la sicurezza della collettività e non vi siamo possibilità di inquinare le prove. Le nuove norme prevedono inoltre che i condannati possano scontare la pena residua fino a diciotto mesi agli arresti domiciliari. Dovere dei magistrati, quindi, è quello di rispettare la filosofia della normativa senza forzarla. Si pensi che di recente la Corte costituzionale ha stabilito che sia necessario valutare caso per caso, prima di optare per la custodia cautelare in carcere, anche per gli omicidi e i 416 bis (associazione di stampo mafioso, ndr), come peraltro si era già pronunciata in tal senso per l’articolo 609 bis del Codice penale e seguenti (la violenza sessuale in genere e su minori, ndr)...».