Centrale? Progetto bloccato
Aula della biblioteca comunale strapiena. Presenti oltre cento-cinquanta persone, giovedì sera, accorse all’invito del sindaco per una riunione pubblica, riguardante la realizzazione di un impianto di cogenerazione, alimentato ad olio di colza, in via Senatore Avogadro. Almeno così pareva. Che non fosse una serata per damigelle, che si incontrano per assaporare il tè, lo hanno fatto capire subito i cittadini, arrabbiatissimi, che hanno creato un clima da curva degli ultras allo stadio.
“Tutto regolare”. Invano il sindaco, Luca Sangalli, ha cercato di iniziare la serata con toni concilianti, spiegando che «La ditta “La Serra” ha i permessi in regola. L’iter è iniziato due anni fa. Ad oggi non si è ancora concluso. L’impianto brucerà olio di colza. Proprio per sostenere questi tipi di impianti lo Stato prevede anche degli incentivi, perchè li considera produttori di energia pulita. Come amministratore pubblico, se un cittadino mi chiede un’autorizzazione per un impianto consentito dalla legge nazionale e rispetta i parametri che la normativa prevede, non posso non rilasciare il provvedimento, a meno che una relazione tecnica non mi dimostri il contrario. Mi impegno comunque sin dal primo giorno in cui sarà attivo l’impianto a collocare una centralina per rilevare le emissioni. L’impianto poi non ha impatto ambientale e non aumenta granché il traffico veicolare».
Niente olio di colza. L’introduzione del sindaco non ha convinto la platea, sempre più rumoreggiante. E a nulla sono valse le spiegazioni tecniche dell’esperto Attilio Mello. Poi il titolare dell’impresa “La Serra”, Pessinis, ha preso la parola, con una introduzione davvero infelice: «Qualcuno di voi ha presente cosa vuol dire un impianto a tricogenerazione? E come mai in Europa esistono tantissimi di questi impianti?». La risposta del pubblico è stata immediata «non ce ne frega niente, noi vicino alle case questo impianto non lo vogliamo». Ma il colpo di scena è arrivato quando Maria Reda, imprenditrice che produce vini doc proprio sulla collina di Moncavallo, a ridosso del sito, ha chiesto con cosa si sarebbe alimentato l’impianto e l’imprenditore torinese ha escluso di usare olio di colza, ma un similare. Apriti cielo! Incredulo e senza parole il sindaco, che a questo punto si è davvero arrabbiato ed è stato durissimo. «E’ una settimana che la cerco - ha detto Sangalli rivolgendosi a Pessinis - dal Comune le sono state indirizzate lettere e mail, oltre che diverse telefonate e lei non si è mai fatto sentire. Qui stasera mi aspettavo di trovarmi davanti a dei dati convincenti, invece lei si presenta senza nulla, anzi adesso vengo a sapere che nemmeno usa l’olio di colza. Anche sull’utilizzo del calore prodotto lei continua a dare risposte vaghe. Tutti qui vogliamo vedere le cose trasparenti e ben chiare, per salvaguardare la salute dei cittadini».