Il miraggio della pensione
«Quando mi hanno prospettato la possibilità della mobilità per accompagnarmi alla pensione i miei colleghi mi hanno detto che ero fortunato, quasi con un pizzico di invidia. Invece ora mi trovo in questa condizione di incertezza da cui non so come uscire». Enzo Zacchero, 58 anni, di Gaglianico, ha lavorato fino al 31 marzo del 2009 alla Filatura FilBiella. Poi il percorso di accompagnamento alla pensione concordato con l’azienda e i sindacati. «Tre anni di mobilità - racconta - che scadranno il prossimo 7 di aprile». Poco più di 700 euro al mese come ammortizzatore sociale in attesa dell’agognata pensione. Peccato che le regole son cambiate. «Io ho maturato i 40 anni di lavoro a febbraio di quest’anno - spiega sconsolato - e dunque la mia finestra, con le nuove regole, si aprirà a luglio del 2014». Nel frattempo, però, con la scadenza degli ammortizzatori, oltre a rimanere senza entrate dovrà pure pagare due anni di contributi per arrivare ai 42 previsti dalla legge. Oltre al danno, la beffa...
Al Patronato Cgil. Stefano Desogus, del Patronato Cgil di via La Marmora, di storie come quella di Enzo Zacchero ne conosce molte. Ed è difficile per lui spiegare che non sono entrati tra i 10mila che nel 2011 hanno ottenuto la deroga e quindi ora possono godersi la pensione. «Solo sei biellesi - spiega Desogus - sono rientrati in questa particolare graduatoria. Ma non è dato sapere su quali basi visto che i requisiti non ci sono mai stati spiegati». E al momento anche l’Inps non sa che rispondere. «Mancano - sottolinea ancora Desogus - le circolari ministeriali mentre i fondi stanziati dal Governo per gli esodati coprivano solamente il periodo fino al 31 dicembre 2011 lasciando scoperto quest’anno. Per questo, unitariamente, abbiamo deciso di manifestare a Roma».
Altre storie. Un po’ più fortunato di Zacchero è invece Silvio Lazzarato, 55 anni, di Biella, per 36 anni operaio e poi vice assistente in una fabbrica del Biellese. Anche lui ha accettato lo scivolo che prevedeva tre anni di mobilità e ora si trova nell’incertezza sulle tempistiche di ricezione della pensione. Con una differenza: i quarant’anni di contributi li ha infatti maturati nel 2011. Quindi ha diritto al “vitalizio”. «Il problema - racconta - è che l’Inps non sa dirmi quando si aprirà la mia finestra e a maggio mi scade il terzo anno di mobilità quindi rimarrò senza ammortizzatori sociali per chissà quanto».
Via dall’Enel. Un caso analogo è quello di Valter Clemente, esponente di spicco di Rifondazione Comunista. «Sono un esodato dell'Enel -. L’indisponibilità al dialogo del Ministro Elsa Fornero sulla questione e la sua cattiveria nel non cercare una soluzione è uno degli argomenti che in questi giorni mi fa più arrabbiare. Io mi trovo da settembre 2011 senza lavoro e senza stipendio, perché grazie al famoso “40 più uno” del provvedimento Sacconi-Tremonti percepirò la pensione a ottobre 2012. E io, per esempio, per poter maturare i 40 anni in tempo utile per non diventare disoccupato a vita, visto che oramai ero fuori dall'azienda, ho dovuto ricongiungere al fondo elettrici l'apprendistato per la modica cifra di 4mila euro. Per questo sono qui a ringraziare il governo Berlusconi e la Lega Nord».
La situazione. A fotografare la realtà biellese ci pensa Renato Gibba, responsabile del Patronato. «Dalla Cgil - spiega - mi dicono che in questa situazione si trovano dai 300 ai 500 biellesi, tutti con la loro storia e i loro casi. Per questo è fondamentale affrontare la questione degli esodati. Noi ci faremo sentire a Roma se la situazione non si sbloccherà nel breve periodo».
Enzo Panelli