Fava all'attacco della Lega

Fava all'attacco della Lega
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Ha sempre ostentato sicurezza Pier Giorgio Fava. Anche durante i giorni in cui era finito sotto attacco si è sempre professato innocente. Aveva persino accettato di andare con Eco di Biella a visitare il rudere che, una volta ristrutturato, avrebbe dovuto ospitare la Casa del Pescatore, una sorta di dimora per chi pratica questa disciplina. Ora, dopo la notizia dell’archiviazione, pondera le parole, non lascia spazio alle emozioni anche se è palpabile la consapevolezza che questo spiacevole capitolo si è chiuso definitivamente.

«Riequilibrare la situazione». Se la partita a livello penale è chiusa, non si può dire altrettanto sotto l’aspetto politico. «Dobbiamo tornare allo status quo» dice Fava, intenzionato a chiedere al partito di far sentire la propria voce con gli alleati leghisti. «Bisogna riequilibrare il rapporto tra Pdl e Carroccio e, dunque, in Provincia dovrà tornare un assessore nostro». Che non sarà di certo Fava. «No - dice con decisione - anche perché per me Simonetti politicamente, umanamente e moralmente non esiste più. E sarebbe impossibile governare un ente in queste condizioni». E se la Lega non accettasse di far tornare un assessore in giunta? «Andremo noi a riequilibrare la situazione in un altro ente». E come? «Togliendo un loro assessore». Cosa che, inevitabilmente, potrebbe succedere solamente in Comune a Biella.

I rospi ingoiati.  Fava per tutto questo tempo è stato in silenzio. Ha sempre detto di voler attendere la conclusione dell’inchiesta. «Di rospi ne ho ingoiati tanti - svela - ma non ho mai voluto dare nessun appiglio a Simonetti perché si dimettesse da presidente della Provincia per correre alla Camera. Ho sempre anteposto il bene del territorio alle questioni private. Ora voglio vedere se anche il presidente della Provincia farà lo stesso o si dimetterà per correre alla Camera. Ho pregato il partito, che concorda con me, di non fornire nessun pretesto a Simonetti per lasciare il suo incarico. Lo deve dire lui che preferisce Roma al Biellese...».

 Ronzani attacca. Sulla vicenda il consigliere provinciale del Pd, Wilmer Ronzani vuole scindere le cose.  «La decisione del Giudice per le indagini preliminari  di archiviare l’inchiesta riguardante la vicenda della Casa del Pescatore, denunciata, in Provincia, dal gruppo del Pd, non modifica il termine della questione sul piano politico. La magistratura aveva il compito di accertare l’esistenza di eventuali responsabilità sotto il profilo penale, verosimilmente venute meno nel momento in cui la delibera incriminata, all’interno della quale era indicata, quale opera di compensazione, la Casa del Pescatore, di proprietà di una società il cui titolare è socio in affari con l’ex assessore Pier Giorgio Fava, è stata prima ritirata e, poi modificata, eliminando tale intervento. Restano, invece, intatte le responsabilità sul piano politico rispetto ad una vicenda che è tipica di un modo di fare politica caratterizzato da arroganza, spregiudicatezza e disinvoltura».

La replica. Fava non ci sta. «Io non ho mai vissuto di politica come ha sempre fatto lui - dice -, non ho mai insultato nessuno, mentre la sua azione è sempre volta a denigrare l’operato degli avversari. E’ logico che con queste basi dica che non cambia nulla se la magistratura ha archiviato il procedimento a mio carico...».
Enzo Panelli

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