"Biella ha un futuro. Serve solo un po' di buona volontà..."
«Il mio futuro non lo vedo a Biella» o addirittura «Biella non ha futuro»: questa la risposta che molti giovani darebbero alla fatidica domanda «Cosa vuoi fare da grande?». Ad essere sinceri, questa è una visione superficiale. Biella un futuro ce l’ha, e ci sono anche delle possibilità di lavoro, in diversi ambiti.
«Il mio futuro non lo vedo a Biella» o addirittura «Biella non ha futuro»: questa la risposta che molti giovani darebbero alla fatidica domanda «Cosa vuoi fare da grande?». Ad essere sinceri, questa è una visione superficiale. Biella un futuro ce l’ha, e ci sono anche delle possibilità di lavoro, in diversi ambiti. Uno tra tutti, la gastronomia. Negli ultimi anni è stata rivalutata la produzione di vino, diverse aziende ne hanno fatto la loro prima attività; per chi si iscrive alla facoltà di Agraria sono previsti corsi di sommelier e la Provincia offre assistenza enologica a quei giovani che vogliono dedicarsi ai vigneti dei nonni seguendone le orme. Altro punto forte sono i formaggi, come il Maccagno e la Toma Biellese, senza dimenticare la Toma piemontese che ha il marchio D.O.P.
Accanto a tutto questo c’è ancora il settore tessile: sebbene negli ultimi anni abbia fortemente risentito della crisi e della concorrenza orientale, la qualità dei “nostri” prodotti ha fama internazionale. Si vedano in primis Cerruti ed Ermenegildo Zegna, a cui stilisti quali Armani, Dolce & Gabbana e altri si rivolgono tutt’oggi per le loro creazioni. Anche il turismo, sia religioso sia artistico, può offrire posti di lavoro. Il Sacro Monte di Oropa, assieme al Lago di Viverone, è patrimonio dell’Unesco. A questi è possibile aggiungere il Parco della Burcina, la riserva naturale delle Baragge e della Bessa, l’Oasi Zegna, come parchi naturali. Ma anche castelli e borghi quali il Ricetto di Candelo.
Dal mio punto di vista, quindi, il potenziale e le basi per un futuro nel Biellese ci sono. Basta guardarsi intorno con un po’ di buona volontà.
Martina Crepaldi