Una dottoressa... "nata per vincere"

Una dottoressa... "nata per vincere"
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Il 28 aprile scorso, al teatro di Carpi, in provincia di Modena, nel corso di una manifestazione molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, si è svolta la cerimonia di premiazione della terza edizione del concorso letterario nazionale “Nati per vincere?”, dove tra i premiati c’è una biellese, la dottoressa Maria Francesca Mosca. Erano presenti sul palco anche la cantante Annalisa Minetti, finalista a Miss Italia e vincitrice al Festival di Sanremo nel 1998, ed il gruppo musicale romano Ladri di Carrozzelle.

Il 28 aprile scorso, al teatro di Carpi, in provincia di Modena, nel corso di una manifestazione molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, si è svolta la cerimonia di premiazione della terza edizione del concorso letterario nazionale “Nati per vincere?”, dove tra i premiati c’è una biellese, la dottoressa Maria Francesca Mosca. Erano presenti sul palco anche la cantante Annalisa Minetti, finalista a Miss Italia e vincitrice al Festival di Sanremo nel 1998, ed il gruppo musicale romano Ladri di Carrozzelle.

Il concorso. La dottoressa Mosca, medico di famiglia, si è classificata al primo posto ex aequo per la sezione “racconto adulti”. Il tema proposto era la disabilità, e l’autrice di Biella ha presentato il racconto "I colori dell’anima". La giuria ha deciso di assegnarle il primo posto «per la capacità di confrontarsi con il tema proposto ed esprimere una propria visione con originalità facendo percepire al lettore aspetti più intimi e personali della disabilità».

Altri successi. Il recente successo letterario si aggiunge ai vari riconoscimenti già ricevuti dall’autrice biellese. Tra questi, il quarto posto ottenuto il 26 febbraio al premio nazionale di poesia “Cipressino d’oro” indetto dal Kiwanis Club di Follonica, in provincia di Grosseto, con la poesia "Angelo senza fine" (nella foto la premiazione). Il tema proposto era "Ricordi d’infanzia", e la giuria ha assegnato il premio alla dottoressa biellese spiegando che «si tratta di un ritorno alla matrice attraverso il ricordo. Il verso musicale e lirico si mantiene per tutto il percorso; ci giunge con parsimoniosa dolenza e turbamento dell’anima per la mancanza».
Nicola Muzio

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