Insieme per la ricerca
Arriveranno sulla nostra tavola sotto un aspetto rinnovato, le bottiglie d’acqua Lauretana. Sulle loro etichette porteranno, infatti, il logo della campagna di promozione, che attesta il patto stretto tra l’azienda e la Fondazione Edo e Elvo Tempia.
Il primo di una serie di impegni. Il patto sigla una collaborazione, che unisce le due famose realtà biellesi e che potrebbe proseguire nel tempo: per iniziare, la Lauretana Spa sosterrà, per almeno due anni, un progetto di ricerca del Laboratorio di Farmacogenomica dei Tumori, attivato dai ricercatori della Fondazione Tempia e incentrato sulle cellule staminali tumorali.
L’accordo è stato stretto ufficialmente giovedì, al Fondo Edo Tempia di Biella, alla presenza (nella foto) del presidente della Lauretana Spa, Giovanni Vietti; di Simona Tempia e Pietro Presti, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione.
L’impronta biellese. «L’incontro tra due realtà che scelgono di operare nel Biellese, perché i suoi abitanti abbiano benefici, e che hanno saputo, nello stesso tempo, superarne i confini con il lavoro e l’entusiasmo, siamo sicuri, sarà proficuo - ha affermato Simona Tempia, nel suo discorso di benvenuto -. Ci lega l’attenzione alla salute, all’arte e allo sport; nonché la scelta di indirizzo verso la solidarietà».
Fonte d’acqua e di ricerca. Fino ad oggi, la Lauretana ha collaborato con la Fondazione Tempia, come altre aziende biellesi, accogliendo in sede i suoi esperti, per avvicinare alla prevenzione il personale.
«La scomparsa di mia madre, dopo una lunga malattia, ci ha spinto avanti: finanziare il progetto, con una borsa di studio biennale a un ricercatore - ha spiegato Giovanni Vietti -. Significa che le aziende o i privati che hanno disponibilità economica, devono fare la loro parte, affiancando il pubblico».
La ricerca, un investimento. L’esempio di aziende internazionali, insomma, farebbe bene all’ intera Italia, dove si investe poco nella ricerca scientifica.
Lo ha ricordato Pietro Presti: «Senza l’aiuto della Lauretana, la Fondazione avrebbe avuto difficoltà a sostenere il progetto. In un contesto generale fatto di tagli, qui si investe sul futuro. L’oncologia, soprattutto, grava sulle spese della sanità; si deve puntare, quindi, a cure sempre più efficaci. E la ricerca resta il solo mezzo utile».
Giovanna BogliettiI