Provincia, coi tagli rischio chiusura
La spending review potrebbe mettere in ginocchio in anticipo la Provincia di Biella. Sono solo calcoli teorici legati all’interpretazione del decreto del Governo Monti ma, se le simulazioni fossero tradotte in realtà, a Biella mancherebbero qualcosa come 2,5 milioni di euro dal capitolo d’entrata “Fondo sperimentale di riequilibrio”. «Nel decreto - spiega il presidente Roberto Simonetti - si legge che sono previsti tagli per 500 milioni su questa voce. Come Biella, su un miliardo di fondo di riequilibrio abbiamo avuto 5.155.500 euro. Se questo viene dimezzato a livello nazionale la ricaduta sul nostro territorio sarà devastante».
«Non sarò io a mandare in dissesto l’ente». Simonetti è preoccupato per le casse dell’ente che presiede. «Abbiamo fatto i salti mortali per chiudere il bilancio di previsione 2012 tagliando tutto il tagliabile. Se ci cancellano questi trasferimenti andremo in dissesto e non sarò certo io a farlo, soprattutto per responsabilità che non sono mie o della mia giunta ma di altri che hanno cambiato le carte in tavola dopo l’approvazione del bilancio preventivo». Le parole di Simonetti lasciano intendere che se tutto ciò fosse confermato l’arrivo di un commissario sarebbe l’unica strada.
Spese discrezionali a zero. In tutte la amministrazioni pubbliche gli assessori hanno a disposizione dei fondi che possono decidere di investire per finanziare un’opera piuttosto che una manifestazione o altro. Nel bilancio 2012 della Provincia queste spese discrezionali sono state azzerate proprio per far quadrare i conti. Una situazione economica complicatissima che già così, senza i tagli, non riuscirebbe a far fronte alle emergenze. Una frana o una nevicata che perdura per più giorni rischierebbero di far andare in dissesto l’ente.
Personale. Tutto ciò nonostante la diminuzione di alcune voci che sul bilancio pesano come macigni. Basti pensare al personale che nel 2006 pesava per 8,5 milioni e oggi per 7,4. O alle spese della giunta provinciale, passate dai 514mila euro del 2004 ai 244.500 del 2012. «Ora - conclude Simonetti - non sappiamo davvero più dove andare a tagliare, i minori trasferimenti prima ci hanno messo in ginocchio, ora rischiano di ucciderci prima del tempo».
Enzo Panelli