L'INCIPIT DEI VOSTRI RACCONTI

Tirate fuori il vostro racconto dal cassetto! E diventate protagonisti della nuova rubrica "L'incipit dei vostri racconti", che Eco di Biella pubblicherà ogni sabato sull'edizione cartacea nel suo inizio (incipit). Per leggere il resto del racconto, occorrerà collegarsi al sito nel pomeriggio di sabato. Tutti possono partecipare all'inziativa gratuita, in collaborazione con la casa editrice biellese Lineadaria. Inviate i vostri racconti all'indirizzo lineadariaeditore@gmail.com, la selezione verrà effettuata da Federica Ugliengo. Buona lettura e buon esordio a tutti nella pagina, già cult per gli appassionati, L'Eco delle Parole.
OCCHI DI RAGAZZA
di Giulia Camponeschi
Continua dall'Eco di Biella oggi in edicola, 23 marzo 2013
Molte persone sono consapevoli che grazie alla musica non si cade, non ci si stanca di vivere, che anche quando sei depresso, anche nel momento in cui vuoi dimenticarti di te stesso, lei c’è. Può essere il sottofondo dei momenti più importanti, molto spesso con poche note i ricordi si fanno avanti. Quante volte ho chiuso gli occhi e mi sono fatta trasportare dal ritmo liberatorio delle canzoni, quante volte grazie ad una canzone ho gridato al mondo il mio bisogno d’aiuto; grazie alla musica questo aiuto è arrivato, è il sorriso che ogni volta mi accompagna nelle giornate. La musica è arte, è passione, è amore, entusiasmo, carisma, svago. La musica è la nostra anima che da quando siamo piccoli ci portiamo dentro. Sembra strano pensare di musica per poi scriverne il ricavato su un foglio, di solito è lei che parla, è lei che riesce a togliermi il fiato e farmi sentire unica fra tante.
Si vive grazie a loro.
L’uomo per sopravvivere ha bisogno di alcuni elementi: l’acqua, l’ossigeno, il cibo… senza di questi non riuscirebbe a sopravvivere. Il nostro organismo ha bisogno di mangiare per poi pensare e muoversi, ha bisogno di bere, ma soprattutto di respirare. Molte persone a volte non hanno la fortuna e la possibilità di accontentare i propri bisogni e le proprie voglie. Noi esseri umani, oltre a questi elementi, abbiamo bisogno di un qualcosa di altrettanto importante. L’amicizia; essa è indispensabile soprattutto nell’età adolescenziale. Serve una persona che ci aiuta nei momenti di bisogno che ci faccia sorridere quando ci sentiamo soli. Giudica per quello che si è, non tralascia nessuna parte del carattere, aiutando a capire cosa si deve migliorare. Diventa parte indispensabile, non si riesce a stare senza, perché il suo sorriso, le sue parole aiutano ad andare avanti anche quando pensi di aver perso tutto. Lei c’è e non ti lascia solo, ti da dei consigli per affrontare il problema e tu ti senti forte, così forte che nessuno riuscirà a farti cambiare idea. Ho imparato però che l’amicizia non è soltanto risate e belle giornate, esistono momenti di dolore, quel dolore che ti passa nella mente e che arriva diritto al cuore, lasciandoti così una cicatrice che rimarrà per sempre. Si cercano delle risposte difficili da trovare. Chissà se vale veramente la pena soffrire per amicizia; e allora come esistono persone che non hanno la fortuna di vedere ogni giorno il cibo sul proprio tavolo, ci sono altrettante persone che non hanno il pregio di avere un amico accanto. Ed è in quel momento, quando ti trovi seduto su una panchina a sorseggiare una lattina di coca-cola, che cerchi di capire dove hai fallito. Sembra che tutto vada per il meglio, ma senti la mancanza di un qualcosa, si, forse di quella vocina che ti sussurra nell’orecchio quanto ti vuole bene o che in ogni momento può regalarti un sorriso e la forza per andare avanti. Ti rialzi da quella panchina non ancora soddisfatto, hai capito ciò di cui hai bisogno, ma non sai come raggiungerlo. Una lacrima ha appena attraversato la tua guancia, senti una mano su una spalla, ti volti ed ecco che inizia questa nuova avventura. La mia generazione non pensa a divertirsi ma a crescere il più presto possibile per poi andare in contro a ciò che la vita propone.
Chiudo gli occhi ed entro nel mio mondo.
La mia vita è fatta soprattutto di sogni, di una realtà che io desidero ma che non esiste forse perché sarei troppo felice in quel piccolo mondo dove tutto va bene, dove ogni cosa è al suo posto. Quando sogno molte volte sono rilassata, libera, spensierata, indipendente e non mi importa cosa sta succedendo intorno a me, perché sono troppo presa da i miei desideri che farei di tutto per rimanere in quel mondo. Quello che mi domando è perché non possiamo stare anche noi seduti su quel prato. Con il passare del tempo ho imparato che si deve lottare per essere felici, che la vita è piena di ostacoli ed è inutile e da vigliacchi fermarsi alla prima sconfitta. Molte persone non credono nei sogni. La loro vita sembra monotona, noiosa e sono indifferenti a ciò che succede. Nel momento in cui chiudono gli occhi non vogliono ammettere a loro stessi che stanno sognando. Sembra come una realtà immaginaria, ma proprio perché è difficile da raggiungere, le persone pensano che sia anche inutile sperare. Sembra strano, ma io non riesco a capire la loro filosofia di vita. Sarà che sono una ragazza, sarà che ancora non ho esperienze, ma cerco di non arrendermi perché così mi è stato insegnato e così continuerò a fare.
Scrivere mi piace.
Per molti posso essere noiosa e ripetitiva, per me scrivere è tutto. Mi basta una penna e un foglio di carta e le mie idee iniziano a nascere da sole. Riga dopo riga, parola dopo parola, il mio pensiero si identifica su ogni foglio. Mi piace scrivere perché è il momento in cui metto in gioco tutta me stessa, è il momento in cui i miei problemi diventano realtà, le miei idee rimangono impresse; per me scrivere è questo e molto altro… è dare spazio a me e soltanto me, è cercare di non dire basta per la paura di sbagliare, è continuare anche nel momento in cui la mano non ce la fa più, è rileggere il racconto ed essere soddisfatta della mia avventura, è si perché scrivere è anche un avventura, mimetizzarsi in quello che è il protagonista della storia, è rendere realtà i nostri sogni, è cercare di dire basta e porre un limite, è la vita che vorrei ma che ancora non ho, scrivere è sinonimo di Manzoni, Verga, Dante, Boccaccio... chissà se un giorno diventerà anche il sinonimo del mio nome. Essere impressa nella storia della letteratura. Che sogno!
… adesso apro gli occhi e vedo davanti a me il racconto stampato su fogli bianchi. E racconto ciò che ero, che sono e che sarò. Il racconto di una vita che sta passando troppo in fretta e la paura di non riuscire a fare tutte le esperienze. È un racconto breve, spero essenziale e significativo. È il racconto di me, dei quindici anni vissuti nel mio paese; è il racconto di una ragazza che crede nella musica, nel rapporto di amicizia, nei sogni, ma soprattutto in ciò che scrive. Ho paura di aver sbagliato qualcosa, che ciò che ho scritto non basta perché sicuramente c’è gente migliore di me; ma io l’ho detto e lo ripeto, non mi scoraggio, io non getto la spugna. In queste poche righe dovevo inventare una storia, scrivere un racconto, bene… ho scritto il mio racconto, la mia storia, la mia vita. E adesso termino qui, con la penna che è quasi finito l’inchiostro e con i pensieri un po’ confusi. Vorrei scrivere un finale da urlo, quelli che rimani a bocca aperta, ma non ce la faccio, e allora lascio tutto così com’è con il fiato sospeso su questi fogli aspettando l’arrivo del 4 luglio.