La crisi? Nell'uovo di Pasqua

La crisi? Nell'uovo di Pasqua
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Il clima di fiducia dei consumatori torna a scendere: l’indice calcolato dall’Istat a marzo è diminuito a 85,2 da 86 di febbraio, quando aveva segnato un rimbalzo da 84,7 di gennaio (il più basso dall’inizio delle serie storiche, 1996). Un calo che non sorprende comunque più di tanto, visto il crollo del potere d’acquisto e dei consumi, la crescita della disoccupazione e della cassa integrazione, la crisi che non dà cenni di stanchezza.

Un sintomo di una situazione che per molte famiglie è giunta ormai a livelli insopportabili. Secondo un’indagine della Confederazione italiana agricoltori (Cia)  «il 69% delle famiglie trascorreranno quest’anno la Pasqua in modo più austero» tagliando del 7% rispetto allo scorso anno il carrello alimentare. «E nella tavola dell’austerity - ricorda la Cia - a essere “tagliati” saranno prima di tutto gli acquisti di uova di cioccolato e colombe pasquali (-10%), ma anche di carne (da -3 a -5%), vino e spumanti (-3,5%) e salumi (-1,8%)».

Il cioccolato. A patire saranno dunque pasticceri e artigiani del cioccolato, o la grande distribuzione? A Biella il mercato dei dolci stagionali - uova e colombe - risente come altrove della generale congiuntura. Alberto Gamba del Biscottificio Cervo parla di una contrazione in linea con il calo nazionale del 10% per quel che riguarda  colombe e prodotti dolciari da forno. E aggiunge: «Noi non abbiamo l’arma del sottocosto che viene praticato dalla Gdo dove un panettone o una colomba vengono venduti a 2 euro e mezzo. Puntiamo sulla qualità che ha comunque un prezzo diverso. Speriamo in questi ultimi giorni prima di Pasqua per arginare le perdite di fatturato».  Qualità e creatività fanno parte del bagaglio degli artigiani specializzati che coltivano le loro nicchie tenendo d’occhio anche i prezzi, come Stefano Mosca e la sua famiglia, della pasticceria Coggiola di Biella o la cioccolateria  Colle   Biella. Entrambe le attività “giocano” le proprie carte tenendo sotto controllo i costi, ma impiegando materia prima garantita. «Ovviamente la crisi c’è e si sente - dice Mosca - ma le nostre produzioni hanno una clientela affezionata sia per quel che riguarda le uova decorate che quelle con incarti particolari». Il senso di muoversi nella direzione del servizio al cliente è un altro vantaggio competitivo. Conferma Loretta Colle: «Quest’anno le cose vanno meglio dell’anno scorso e si lavora bene in questi giorni. Resiste anche la tradizione  delle uova con sorprese personalizzate». I prezzi?  Dai 7 euro per piccoli segna posti od omaggi pasquali ai 18 euro per uova da 2 etti fino ai 58-60 euro per uova da otto etti magari decorati in modo particolare.
I consumatori. L’esortazione dell’Unione nazionale consumatori  (www.consumatori.it) in questi giorni è diretta «all’acquisto delle uova di cioccolato prestando attenzione alla qualità!». E l’associazione prosegue: «Spesso la grande distribuzione presenta prodotti  “civetta” che vengono venduti a prezzi molto bassi per indurre il consumatore a comprare anche altro. Il consiglio è quello di approfittare delle occasioni, ma sempre leggendo con molta cura le indicazioni riportate in etichetta». Molto importanti sono la data di scadenza del prodotto e la qualità del cioccolato garantita dal fatto che l’ingrediente principale, cioè la pasta di cacao, non contenga oli tropicali o altri grassi vegetali. L’indicazione cioccolato  “finissimo” o  “superiore” in etichetta - avverte l’associazione - prevede che il contenuto di cacao sia di almeno il 43%.  Valutati i costi di produzione è dunque complesso trovare sul mercato uova artigianali che abbiamo un costo   inferiore ai 35-45 euro al chilogrammo.

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