Picchia per 7 anni la madre che lo denuncia

Picchia per 7 anni la madre che lo denuncia
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Era stata la madre a denunciarlo. Davanti al giudice che le chiedeva di raccontare gli anni d’inferno trascorsi accanto a quel quel figlio traviato dalla droga, che la picchiava e la insultava di continuo. L’altra mattina il giovane, 29 anni, di Cossato, ha patteggiato una pena a tre anni di reclusione per violenza, rapina, estorsione.

Era stata la madre a denunciarlo. Davanti al giudice che le chiedeva di raccontare gli anni d’inferno trascorsi accanto a quel quel figlio traviato dalla droga, che la picchiava, la insultava di continuo, le chiedeva soldi e quando lei si rifiutava erano altre botte, altre minacce, altre insulti anche all’altro figlio ancora minorenne, si era detta convinta a sporgere querela: «Sebbene sia mio figlio, deve modificare il suo comportamento...», aveva ribadito. E il giudice l’aveva ascoltata, allontanando quel figlio dall’abitazione e costringendolo a girare al largo sia dalla madre sia dal fratellino.
La brutta storia di un giovane sconvolto a tal punto dalla droga da non saper più riconoscere i valori della famiglia e il rispetto che si deve a una madre, è approdata l’altro giorno in tribunale davanti al giudice Paola Rava. Imputato era un giovane di Cossato, Fabrizio T., 29 anni (non pubblichiamo il nome per esteso per tutelare il minore coinvolto suo malgrado nella vicenda), che si è ritrovato accusato di violenza in famiglia, rapina ed estorsione nei confronti della madre.

Tre anni. Alla fine - su consiglio del suo difensore, avvocato Domenico Duso - il giovane ha optato per il patteggiamento e, grazie allo sconto previsto per il rito, se l’è cavata con una pena tutto sommato mite a tre anni di reclusione più mille euro di multa.

I fatti. Nel capo d’imputazione, si parla di atti di violenza e di maltrattamenti che si sono protratti per sette lunghi anni, dal 2001 sino al 3 agosto 2008 quando madre e figlio più giovane erano stati costretti a lasciare di corsa la loro casa inseguiti dall’imputato che aveva continuato a a picchiarli  e a denigrarli fino in cortile. Solo a quel punto, di fronte all’ennesima denuncia, il giudice aveva optato per l’allontanamento del figlio violento da quella casa. Tra gli episodi di una certa gravità, spicca la sorta di pestaggio che l’imputato aveva riservato alla madre che non voleva dargli i soldi per le sigarette. La donna, colpita a calci e pugni, aveva riportato ferite giudicate guaribili in tre settimane. Ma quella era stata solo una delle tante volte che era stata costretta a rivolgersi al Pronto soccorso. In un caso, l’imputato aveva fatto finire anche il fratello in ospedale per una settimana.

Valter Caneparo

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