"Disperato, vendo rene"
L’ultima frontiera della disperazione: vendersi un rene. Una provocazione, certo. Che però fotografa il dramma umano che vive una persona come Roberto Garzena.
La storia. L’uomo ha inviato ieri alla redazione di Eco di Biella una lettera con scritto appunto: «Pubblicate questo annuncio gratuitamente: vendo un rene al miglior offerente...». Una richiesta d’aiuto, ovviamente, reale e preoccupante.
L’appello. «Sono disperato. Sono senza lavoro e non ho i soldi per andare avanti. Non so più come e cosa fare - spiega l’uomo, 57 anni, residente in via Martiri della Libertà, a Cossato -. Mia moglie è gravemente malata e le cure costano molto. Da qualche tempo sono riuscito a farla ricoverare in una struttura specializzata. Ma io vivo da solo. Sono solo. Queste feste le ho vissute malissimo. Chiedo soltanto un lavoro...».
La vicenda. Garzena ha gestito fino dal 2006 al 2011 il circolo “Amici Chiavazzesi”, a Biella. «E’ stato il mio ultimo vero lavoro - spiega, in lacrime -. Finita quell’esperienza, sono iniziati i miei guai. Mi sono infatti arrangiato a fare di tutto, ma senza riuscire mai a vivere decentemente negli ultimi anni. Ho fatto lo spacca legna, ho distribuito volantini e tanto altro ancora. Senza vergogna. Ma si è trattato sempre di lavoretti saltuari, che non mi hanno consentito di andare avanti e di fare fronte a tutte le spese. Ultimamente poi fatico a trovare anche questi lavoretti. Sono pure in arretrato con il pagamento dell’affitto». «Non so proprio più cosa fare. Sto male. E anche questo appello è doloroso. Mi dispiace infatti coinvolgere i miei familiari, metterli in mezzo» conclude.
Servizi sociali. «L’anno scorso mi sono rivolto ai servizi sociali - aggiunge -. Qualcosa mi hanno dato: 148 euro in tre occasioni diverse... Tanto? Poco? Giudichi la gente. Certo, meglio che niente. Ma come si vive con dignità con questi spiccioli? Per quest’anno invece mi hanno detto che devono aspettare i finanziamenti per capire quanto possono darmi. Io intanto come faccio? Mio figlio mi aiuta, ma lui ha già la sua famiglia. Spero che qualcuno raccolga il mio appello».