Diga: un altro sì per il Consorzio
L’ultima notizia sulla nuova diga in Alta Valsessera è arrivata direttamente dalla penna del presidente del Consorzio Baraggia, Carmelo Iacopino, che per dare l’importante annuncio ha inviato una comunicazione scritta a tutti i consiglieri dell’ente. «Si ritiene doveroso - scrive Iacopino - informare sull’evoluzione della procedura presso il Ministero dell’Ambiente. La sottocommissione nominata dal ministero ha confermato i pareri positivi già precedentemente espressi per la realizzazione dell’opera». Un sì cui ora, secondo il presidente, dovrà seguire in tempi brevi un passaggio cruciale: l’emissione del decreto di Valutazione di impatto ambientale.
Progetto. Di fatto, l’ultimo sì espresso dal dicastero nelle ultime ore di reggenza di Andrea Orlano non dà per scontato il passaggio alla fase realizzativa. A questo punto, e anche date tutte le autorizzazioni (ora manca il Ministero dell’Agricoltura), si tratta infatti di reperire i fondi necessari per la costruzione dell’invaso. Che richiede a conti fatti poco meno di 300 milioni di euro. E sono molti gli amministratori, soprattutto quelli contrari all’opera, che puntano su questo fatto per affermare la non fattibilità concreta del progetto, soprattutto in un momento nel quale lo Stao si trova ad affrontare difficoltà economiche non irrisorie.
Reazioni. «Non è chiaro sulla base di quali motivazioni il Consorzio di bonifica dia per scontata l’adozione del decreto sulla compatibilità ambientale del progetto per la diga sul Sessera. Questo presupporrebbe che siano state superate le osservazioni formulate dalla segreteria tecnica del ministero per l’ambiente». Ad affermarlo è il consigliere regionale Pd Wilmer Ronzani, il quale spiega: «Quest’ultima infatti, nel mese di gennaio, ha richiesto alla Commissione ministeriale Via e Vas di riesaminare il progetto, sulla base di una serie di osservazioni critiche espresse dalla stessa segreteria tecnica. Nella sua relazione si precisava come il progetto evidenzi alcuni profili di forte criticità a seguito della realizzazione dell’opera. A ciò si aggiunge il fatto che si tratterebbe di un’opera inutile e costosa, che penalizzerebbe la valle e il nostro territorio: sarebbe davvero scandaloso se in un momento come l’attuale, ammesso e non concesso che venisse alla fine adottato il decreto Via, si trovassero le risorse per finanziare un’opera del genere, impegnando milioni di euro che dovrebbero essere impiegati diversamente, per realizzare opere di interesse generale e non l’ennesimo invaso. E’ auspicabile che il governo uscente e il nuovo si oppongano a un tale scempio».