Trovato morto dopo quattro mesi
Era morto da almeno quattro mesi, dal 5 novembre, quando ha parcheggiato la sua auto dove si trova ancora adesso. Era in una catapecchia di regione Vignazze, a ridosso della statale della Serra. «Suicida con il gas», ha sancito il medico legale. Era chiuso in una stanza di uno dei quattro ruderi di sua proprietà, abbarbicati sulla collinetta. Fino alla scorsa settimana c’erano almeno una ventina di auto tutt’intorno, nessuna funzionante tranne la sua, una Bmw vecchio modello di cui non si trovano le chiavi. Raccoglieva le auto da demolire e ne recuperava i pezzi. Da pochi giorni le hanno portate via tutte, tranne la Bmw, dopo averle caricate su una bisarca, su ordine del Corpo Forestale.
A trovare quell’uomo senza vita, è stato martedì mattina il cugino Gianfranco che ha aperto quella porta su sollecitazione dei carabinieri che da tempo non lo incrociavano più per le vie di Mongrando. «E’ andato a lavorare all’estero perché qui non aveva niente da fare...», aveva azzardato qualcuno. Lui, Edgardo Porta, 42 anni, con residenza in una palazzina di Mongrando Curanuova, era invece lì, nella stanza di quel rudere, seduto su una sedia, con addosso una mimetica e degli anfibi ai piedi. E tutt’intorno immondizia, calcinacci, pezzi di mobili, vecchi elettrodomestici. Cumuli e cumuli di roba inutile accatastata in ogni angolo, fuori e dentro. Il suo corpo era ormai consumato dal tempo. I segni del suicidio apparivano evidenti.
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Era morto da almeno quattro mesi, dal 5 novembre, quando ha parcheggiato la sua auto dove si trova ancora adesso. Era in una catapecchia di regione Vignazze, a ridosso della statale della Serra. «Suicida con il gas», ha sancito il medico legale. Era chiuso in una stanza di uno dei quattro ruderi di sua proprietà, abbarbicati sulla collinetta. Fino alla scorsa settimana c’erano almeno una ventina di auto tutt’intorno, nessuna funzionante tranne la sua, una Bmw vecchio modello di cui non si trovano le chiavi. Raccoglieva le auto da demolire e ne recuperava i pezzi. Da pochi giorni le hanno portate via tutte, tranne la Bmw, dopo averle caricate su una bisarca, su ordine del Corpo Forestale.
A trovare quell’uomo senza vita, è stato martedì mattina il cugino Gianfranco che ha aperto quella porta su sollecitazione dei carabinieri che da tempo non lo incrociavano più per le vie di Mongrando. «E’ andato a lavorare all’estero perché qui non aveva niente da fare...», aveva azzardato qualcuno. Lui, Edgardo Porta, 42 anni, con residenza in una palazzina di Mongrando Curanuova, era invece lì, nella stanza di quel rudere, seduto su una sedia, con addosso una mimetica e degli anfibi ai piedi. E tutt’intorno immondizia, calcinacci, pezzi di mobili, vecchi elettrodomestici. Cumuli e cumuli di roba inutile accatastata in ogni angolo, fuori e dentro. Il suo corpo era ormai consumato dal tempo. I segni del suicidio apparivano evidenti.
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