Fiori e messaggi alla villa del massacro
Oggi la procura affiderà l’incarico per le autopsie di Patrizia Manavella, Tullio Manavella e Giuseppina Bono. Domani si terrà l’udienza di convalida del fermo di Lorenzo Manavella (nella foto durante l'arresto) per omicidio plurimo aggravato della zia e dei nonni e rapina aggravata. Intanto, davanti alla casa del massacro di Santhià vengono deposti fiori e messaggi e il popolo di Facebook processa il pluriomicida con insulti e «auguri di marcire in cella», anche se c’è chi si dispiace per quanto è accaduto a “lollo” e chi gli si rivolge con tenerezza: “Non dimenticherò mai il tuo sorriso e il nostro abbraccio quel sabato in centro a Vercelli ... nessuno può sapere quale problema ti affliggeva, nessuno sa cosa ti possa essere passato per la testa. Ma aldilà di tutto Lore ... ti voglio bene”.
Ieri è stato un mesto risveglio, quello di Santhià, dopo il massacro a villa Manavella. Il parroco ha evitato ogni riferimento alla messa solenne. I genitori del pluriomicida non abbandonano Lorenzo. «Mio figlio non l’abbandono. Anzi. In questo momento ha più bisogno di me che in qualunque altro momento. Lo aiuterò finché sarà possibile. Sarà sempre mio figlio», ha detto la mamma Donatella Marletto. Nello sgomento, nello strazio, anche il padre Gianluca, l’ex marito, che in un doloroso comunicato parla di “quel che resta della famiglia Manavella” e chiede pietà per il figlio Lorenzo in carcere a Vercelli, controllato a vista perché si teme che, una volta raggiunta la consapevolezza piena della enormità del suo gesto, possa cedere a un impulso autolesionista. Le indagini infine cercano i risvolti ancora nascosti, cercano di rispondere ai quesiti aperti: è la droga il movente? un debito con un pusher? Lorenzo ha avuto un complice? Domande che lasciano aperti molti dubbi. L’unica certezza è che questo giovane, molto fragile, gonfio di cocaina, nella notte fra giovedì e venerdì ha sterminato la famiglia in due tempi per 300 euro.