Arrestato per estorsione

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Alla fine è stato arrestato con l’accusa di estorsione, Gian Paolo Finotti, 62 anni, di Vigliano, fermato mercoledì mattina dai carabinieri che lavorano in Procura (coordinati dal maresciallo Tindaro Gullo nella foto) dopo che aveva ricattato l’ex datore di lavoro, titolare di una società di Gaglianico, per costringerlo a consegnargli 20mila euro. «Se non paghi - aveva aggiunto - ti faccio passare dei guai, ti rovino l’azienda, mi rivolgo alla Guardia di finanza, all’Ispettorato del lavoro e ai giornali...».
L’incontro tra imprenditore ed ex dipendente c’è stato. Ma non appena è avvenuta la consegna dei soldi e il presunto estorsore è salito in macchina per allontanarsi, sono intervenuti i militari che gli hanno sbarrato la strada con un’azione da telefilm poliziesco, lo hanno controllato e gli hanno sequestrato oltre ai soldi anche due cutter (uno regolarmente chiuso, l’altro lungo 23 centimetri inserito nella tasca portaoggetti laterale dell’auto, dalla parte del conducente, a portata di mano e con la lama estratta e pronta all’uso) e una mazza in legno lunga 59 centimetri, larga 5 e spessa 3, tutta nastrata con nastro isolante di colore nero. I soldi, quaranta banconote da 500 euro in precedenza fotocopiate e con i numeri di matricola annotati uno ad uno, erano inseriti in un sacchetto che l’indagato aveva appoggiato sul sedile del passeggero non immaginando ciò che da lì a pochi minuti lo avrebbe aspettato.

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Alla fine è stato arrestato con l’accusa di estorsione, Gian Paolo Finotti, 62 anni, di Vigliano, fermato mercoledì mattina dai carabinieri che lavorano in Procura (coordinati dal maresciallo Tindaro Gullo nella foto) dopo che aveva ricattato l’ex datore di lavoro, titolare di una società di Gaglianico, per costringerlo a consegnargli 20mila euro. «Se non paghi - aveva aggiunto - ti faccio passare dei guai, ti rovino l’azienda, mi rivolgo alla Guardia di finanza, all’Ispettorato del lavoro e ai giornali...».
L’incontro tra imprenditore ed ex dipendente c’è stato. Ma non appena è avvenuta la consegna dei soldi e il presunto estorsore è salito in macchina per allontanarsi, sono intervenuti i militari che gli hanno sbarrato la strada con un’azione da telefilm poliziesco, lo hanno controllato e gli hanno sequestrato oltre ai soldi anche due cutter (uno regolarmente chiuso, l’altro lungo 23 centimetri inserito nella tasca portaoggetti laterale dell’auto, dalla parte del conducente, a portata di mano e con la lama estratta e pronta all’uso) e una mazza in legno lunga 59 centimetri, larga 5 e spessa 3, tutta nastrata con nastro isolante di colore nero. I soldi, quaranta banconote da 500 euro in precedenza fotocopiate e con i numeri di matricola annotati uno ad uno, erano inseriti in un sacchetto che l’indagato aveva appoggiato sul sedile del passeggero non immaginando ciò che da lì a pochi minuti lo avrebbe aspettato.

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