Tre milioni e mezzo per chiudere il passato
Nuova puntata del lungo iter che racconta il dissesto finanziario della Provincia di Biella. Come previsto dalle normative di legge, nei giorni scorsi si è tenuta la riunione della commissione straordinaria di liquidazione, composta dal presidente Gianfranco Basile con Sergio Albenga e Domenico Calvelli. Oggetto dell’incontro: la determinazione del fondo di cassa da attribuire alla Commissione di liquidazione stessa, organismo che di fatto ha il compito di gestire «l’amministrazione della gestione e dell’indebitamento pregresso (sino a fine 2012, ndr) nonché l’adozione di tutti i provvedimenti per l’estinzione dei debiti dell’ente».
Secondo quanto previsto dalla legge, alla Commissione spetta - come parte della massa attiva - “il fondo di cassa risultante al 31 dicembre dell’esercizio precedente alla deliberazione del dissesto, rettificato sulla base delle riscossioni dei residui attivi e, fino alla concorrenza della cassa, dei pagamenti dei residui passivi, effettuati prima della deliberazione di dissesto”: una lunga formula che nella delibera della Commissione datata 11 giugno si concretizza nella cifra 3.652.956,60 euro, di cui 509.733,06 incassati tra il primo gennaio 2013 e l’11 giugno 2014. «Una cifra che oggi è certamente nelle disponibilità potenziali della Provincia», afferma il commissario straordinario Angelo Ciuni. E che presto dovrà essere versata alla Commissione per consentire, in sostanza, il pagamento dei debiti sino a fine 2012, con successivo eventuale ritrasferimento del residuo alla gestione degli anni 2013 e 2014.
Intanto, delle difficoltà finanziarie dell’ente e delle conseguenze che queste potrebbero avere sul territorio si è fatta portavoce nei giorni scorsi la senatrice Pd Nicoletta Favero, che su questo tema ha presentato un'interrogazione rivolta al Premier e ai ministri dell'Economia e dell'Interno. «Le condizioni di dissesto della Provincia di Biella sono in allarme rosso e si stanno scaricando sui cittadini - afferma la senatrice -. Questi i rischi più immediati: che i dipendenti provinciali dall'estate non prendano più lo stipendio, che strade e gallerie chiudano, che alcune scuole superiori non riaprano a settembre a causa del mancato adeguamento normativo e dell'assenza di manutenzione e che gli asili nido si trovino in seria difficoltà per la cancellazione dei contributi provinciali. E' per questo che chiedo un intervento straordinario del governo per mettere in condizioni l'ente locale e soprattutto la cittadinanza biellese di far fronte agli impegni e affrontare i cambiamenti istituzionali già entrati in vigore con la trasformazione della Provincia in area vasta». «Come è noto - prosegue Favero - la Provincia di Biella è commissariata dal 2012, quando il presidente Simonetti si è dimesso. La situazione finanziaria è critica da tempo, soprattutto a causa del taglio del 95% dei trasferimenti statali e del 71% di quelli regionali di questi anni, alla condizione debitoria dovuta ai mutui stipulati per lo più per realizzare opere di viabilità e che comportano un esborso annuo di 6 milioni fino al 2025. In questo ultimo periodo la Provincia di Biella ha attuato una profonda ristrutturazione anche del personale ed è ormai chiaro che questa la strada non è più praticabile per arrivare ad un equilibrio di bilancio che consenta di non tagliare i servizi essenziali ai cittadini, anche perché con la legge 66/2014 la provincia dovrebbe far fronte ad altri 1,5 milioni di tagli. Servono dunque un intervento straordinario di 10 milioni di euro e una modifica legislativa che eviti ulteriori tagli, in modo di consentire alla Provincia di affrontare la trasformazione prevista dalla legge che ha cancellato le province senza tagli ai servizi essenziali. A pagare - conclude Favero - non devono essere sempre i cittadini».