Un lascito per tenere aperta la chiesa
Il trasferimento dell’ospedale nella nuova struttura realizzata alle porte di Biella, sul suolo del Comune di Ponderano, andrà a variare la struttura della città. Anche per quanto riguarda i luoghi di culto.
Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asl di Biella, Gianfranco Zulian, con una delibera ha donato alla Diocesi la chiesa di San Francesco d’Assisi, struttura che nel 1956 fu donata dal conte Ettore Barberis all’ospedale. E ora ci si interroga sul futuro di questa struttura, molto amata dai biellesi come testimoniano le centinaia di fedeli che il sabato e la domenica la frequentano.
Il lascito. Conscia dell’imminente trasferimento dell’ospedale e dei diversi lavori di cui necessita la chiesa di San Francesco, Ada Barberis in Fortina, figlia del conte Oreste, dispose ad inizio 2013 un ingente lascito finalizzato proprio ai lavori per rendere la chiesa indipendente. «Perché attualmente - spiega don Roberto Lunardi - riscaldamento e luce sono ancora collegate con l’ospedale. Ma nel momento del trasferimento dovremo rendere la chiesa autosufficiente». Il lascito testamentario della contessa Ada Barberis in Fortina, come detto, è ingente, si parla di 500mila euro che, per precisa volontà, dovranno essere usati per tenere la chiesa di San Francesco aperta.
L’associazione. Per perseguire questa iniziativa don Roberto Lunardi, che a breve andrà in pensione dall’Asl, l’architetto Olga Ronchetti e altri fedeli hanno creato l’associazione Amici della chiesa di San Francesco, a cui ha aderito anche la Fondazione Edo e Elvo Tempia. L’intento è quello di continuare a tenere in vita una struttura che richiama fedeli da tutte le parti della città e non solo. L’associazione, oltre a occuparsi della chiesa, promuoverà iniziative culturali per far conoscere ancora di più la struttura. «Sfruttando soprattutto - spiega don Lunardi - l’ottima acustica della chiesa come abbiamo potuto appurare durante i concerti che abbiamo ospitato in questi anni».
La parola al vescovo. La chiesa di San Francesco d’Assisi oggi è dunque di proprietà della Diocesi. Sarà il vescovo Gabriele Mana a pianificare gli interventi per rendere autonoma la chiesa, supportato dall’associazione creata ad hoc per la gestione e la promozione. Con un bel gruzzolo da gestire, per riammodernare la struttura e per contribuire alla sua gestione. «Credo che questa - spiega Olga Ronchetti - sia una delle poche chiese in Italia, se non l’unica, ad avere tutti gli arredi della stessa epoca. Il conte Barberis commissionò tutto quanto agli artisti biellesi che realizzarono delle vere e proprie opere d’arte visibili ancora oggi, come le formelle della Via Crucis di Pippo Pozzi o il crocifisso di Carmelo Cappello». Un pezzo di storia biellese da preservare e da conoscere. La chiesa di San Francesco vuole avere un futuro.