"Quegli alberi andavano tagliati"
Non ci sta, il sindaco Massimo Biasetti, a passare per il giustiziere dei boschi. Il massacratore di piante sane che Giuseppe Ranghino, delegato Lipu di Biella, ha descritto in una durissima nota-denuncia inviata a tutti i giornali locali ma, curiosamente, non al diretto interessato.
La questione riguarda, nello specifico, circa venti abeti rossi e alcuni cipressi che il sindaco Biasetti ha ordinato di tagliare, nei giorni scorsi, nella zona Belvedere e sulla strada del cimitero, anche a seguito dei forti nubifragi delle scorse settimane. «Erano molti, erano alti, sani, belli e sono schiantati a terra sotto gli effetti della motosega», afferma Ranghino. Puntualizzando che l’abbattimento è avvenuto «anche se siamo in un periodo non previsto per gli abbattimenti, essendo ancora in corso le nidificazioni». «Il sindaco - aggiunge -, noncurante del loro valore naturalistico e paesaggistico , emanando l'ordinanza non ha pensato e ha deciso la loro fine. Si vedeva aggirarsi nella zona il picchio nero che è molto raro; anche i gufi reali facevano capolino».
Massimo Biasetti, però, non accetta le critiche. E pone la questione da un altro punto di vista. «Qui si parlava di sicurezza delle persone - afferma -. Mi dispiace molto per le nidificazioni, e lo dico da persona con una forte sensibilità ambientale». Ad infastidire il sindaco è, in particolare, l’accusa di aver agito senza vere ragioni concrete: «Chi dice che non c’era motivo di abbattere quegli alberi sbaglia - prosegue -. Qui stiamo parlando di una ventina di piante a bordo strada, per di più abeti e dunque specie non autoctone: non abbiamo raso al suolo una foresta. Quelle piante andavano abbattute perché pericolanti. Avevamo già ricevuto varie segnalazioni di caduta rami, un albero era proprio crollato a terra lì vicino. La gente da tempo si lamentava per la presenza di quelle piante che non erano più sicure». Da qui, la decisione di intervenire: «Abbiamo previsto un taglio fatto secondo tutte le regole del caso. Non abbiamo rasato al suolo. Si è trattato di un intervento di messa in sicurezza della zona - aggiunge Biasetti, che di professione è geologo -, e ora molte persone ci hanno ringraziato». «Io sono a disposizione di chiunque creda giusto sollevare critiche nei confronti dell’attività dell’amministrazione - conclude il primo cittadino -. Non mi tiro indietro. Trovo però curioso che una simile denuncia sia stata diffusa ai giornali e non mi sia stata neppure recapitata. Io avrei esposto le mie ragioni. E invece è stato creato un vero e proprio caso dove, in realtà, non c’era».