Food piemontese, cresce l'export nel Quadrante Nord Est

Food piemontese, cresce l'export nel Quadrante Nord Est
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Il Piemonte fa i conti con l’agroalimentare. L’occasione, indirettamente, è rappresentata dall’inaugurazione, oggi al Lingotto di Torino, della X edizione del Salone del Gusto e Terra Madre che, sino a lunedì prossimo, riunirà centinaia di espositori rappresentativi del comparto Food da ogni regione d’Italia e agricoltori da ogni parte del mondo.

Un salone finalizzato a promuovere l’incontro tra contadini, allevatori, pescatori delle comunità del cibo, mettendo in rete il sapere e la perseveranza di chi, ogni giorno, lavora per mantenere la propria identità e sovranità alimentare. In particolare, al Salone torinese, tra i circa 240 produttori regionali, la presenza del made in Biella alimentare sarà rappresentata dalle aziende A.T.B. Srl di Cossato, Azienda Agricola Zaccaria Silvio di Salussola, Birra Menabrea e Botalla Srl di Biella, da Pasticceria Pezzaro di Pezzatri R & C. di Cossato e dal Presidio Macagn.

Piemonte. Se il salone rappresenta il luogo emblematico soprattutto dei piccoli produttori, sul versante più generale del comparto alimentare piemontese indipendentemente dalle dimensioni, nel primo semestre 2014, si è assistito ad  un incremento su base tendenziale dell’ export pari a +3,4%. Secondo le rilevazioni di Unioncamere Piemonte, il valore delle vendite estere di  food made in Piemonte, infatti, è passato da quota 1.869.355.752 euro, nel primo semestre 2013, a quota 1.933.557.753 euro nel primo semestre di quest’anno, con una quota di incidenza sul totale delle esportazioni piemontesi pari a 9,1%. Un export che ha avuto principalmente, per quasi il 60%, quali mercati principali di sbocco l’Ue a 28.

Quadrante. Concentrando l’analisi sul Quadrante Nord Orientale del Piemonte rappresentato dalle province di Biella, Novara, Vercelli e Vco, un benchmark  emergono alcune dinamiche fondamentali. I dati non vanno assolutizzati. In molti casi, i valori sono infatti molto contenuti e, pertanto, incrementi talvolta minimi determinano spostamenti significativi se misurati in percentuale.  I dati ricavabili da Coeweb Istat e riferibili al primo semestre 2014, vedono, comunque, un incremento in valore del 57,85% dell’export di prodotti biellesi  a base di carne. Significativo è l’andamento delle vendite estere di prodotti lattiero-caseari che, se a livello mondo hanno fatto registrare una flessione del 22,39%, tuttavia, su base Ue a 28, hanno invece registrato un balzo di oltre il 500% (in valore assoluto, comunque le cifre restano decisamente piccole). Cala invece (-1,95%) l’export di prodotti da forno biellesi, mentre la categoria merceologica “Altri prodotti alimentari” mette a segno un +123,7%. Spostando l’attenzione sulla vicina provincia di Novara, le vendite estere di carni e prodotti alimentari a base di carne sono cresciute in valore del +88,8% (+24,4% verso l’Ue a 28); quelle di prodotti lattiero-caseari  del +18,14% (+18,21% verso l’Ue a 28). Leggerissimo calo per l’export di prodotti da forno e farinacei (-1,04% a livello mondo e -0,2% a livello Ue a 28), ma incremento per la categoria “Altri prodotti alimentari” sia a livello mondo (+5,7%) sia a livello Ue a 28 (+5,03%). Vercelli, nel primo semestre 2014, incassa nelle vendite estere di food i seguenti risultati in valore a livello mondo: carni e prodotti a base di carne (-35,9%), prodotti lattiero-caseari (+136,11%), prodotti da forno e farinacei (+49,15% a livello mondo e +40,59% a livello Ue a 28), “Altri prodotti alimentari” (+15,68% a livello mondo e + 18,83 a livello di Ue a 28). Infine, per quanto attiene il Vco, l’andamento dell’export di food in valore, misurato sempre su base tendenziale, ha fatto registrare un decremento del -15,42% per quanto riguarda i prodotti a base di carni e un incremento del +160% per i prodotti lattiero-caseari (+271% a livello Ue a 28). Incremento anche per i prodotti da forno (+22,38%) e per gli  “Altri alimentari” (+11,23%).

Valore aggiunto. «In valore assoluto, l’entità delle cifre che fotografano le vendite estere del comparto è certamente modesta e, pertanto, ogni minima variazione può dar luogo a  incrementi anche molto consistenti in termini percentuali - commenta Alessandro Ciccioni, capogruppo  Food & Beverage Uib -. Se, pertanto, fermarsi ad una pura lettura dell’incremento e decremento percentuale potrebbe risultare fuorviante, tuttavia non va trascurato invece l’elevato valore aggiunto che, in molti casi, tali prodotti incorporano. È il caso del vino o di certi prodotti caseari che richiamo il territorio e costituiscono di per sè una vetrina promozionale con ritorni di immagine e di pubblicità non indifferenti. Dall’aggregazione poi delle territoriali confindustriali di Biella e Novara, credo che possa emergere inoltre  anche un nuovo approccio per lo sviluppo e tutela di un comparto che, pur nei suoi numeri piccoli, si rivela davvero vitale». Una vitalità e dinamicità che viene sottolineata anche da Fabio Leonardi, presidente della sezione Alimentari dell’Ain, l’associazione degli industriali novaresi. «Le previsioni congiunturali del comparto per l’ultimo trimestre dell’anno sono positive - commenta infatti Leonardi -: i saldi tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e i pessimisti sulle attese di incremento della produzione hanno infatti raggiunto i livelli più elevati degli ultimi due anni. Anche gli ordini hanno ripreso a crescere, soprattutto dall’estero, e quasi la metà delle imprese ha in programma investimenti entro fine 2014».
Giovanni Orso

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