I detenuti cureranno le aree verdi delle superiori

È stato firmato lunedì mattina nella sede della Provincia di Biella il protocollo d’intesa tra la casa circondariale di via dei Tigli e l’amministrazione provinciale, finalizzato ad una collaborazione per favorire il processo rieducativo dei detenuti attraverso il loro impiego in progetti di pubblica utilità.
L’iniziativa, fortemente voluta dalla direttrice del carcere di Biella Antonella Giordano e dal presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo, rientra nelle linee guida del progetto “Recupero ambientale”, previsto dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, nell’ottica di pensiero, prevista dalla Costituzione italiana, che vede la pena non come fine a sé stessa, ma anche come rieducazione finalizzata al rientro nella società.
Immediatamente dopo la firma del protocollo il presidente Ramella e la direttrice Giordano, presente anche il consigliere Giuseppe Faraci, hanno presentato contenuti e ragioni del progetto sperimentale, nato in seguito ad una visita al carcere di presidente e consigliere e messo in atto in tempi veramente brevi. «Si tratta di una delle prime iniziative di questo genere che coinvolgono enti locali – spiega il presidente Ramella – e come amministrazione ci crediamo fortemente. Il progetto prevede la formazione ad una nuova professione e la possibilità per il detenuto di offrire il proprio contributo, restituendo qualcosa alla società nella quale sta per rientrare come cittadino libero». E’ importante infatti sottolineare come i soggetti che verranno coinvolti nel progetto, su base volontaria, saranno persone giunte alla fine del percorso detentivo e in possesso di tutti i requisiti per la custodia attenuata e lo svolgimento di lavoro all’esterno, in base all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario. «Non vi sarà rischio alcuno - sottolinea direttrice del carcere Antonella Giordano - anche perché i lavoratori individuati sono persone alla fine della pena, che già usufruiscono di permessi e che, in questo modo, avranno una possibilità in più di reinserirsi con successo nella società».
Una volta formati, i lavoratori effettueranno a titolo gratuito opere di manutenzione delle aree verdi degli istituti superiori. Solo in un secondo tempo si valuterà la possibilità di effettuare anche interventi di manutenzione all’interno degli edifici. Sarà la direzione del carcere a stabilire di volta in volta chi e quando potrà partecipare, mentre la Provincia garantirà la formazione dei lavoratori, la presenza di tutor, la copertura assicurativa e tutto quanto necessario allo svolgimento dei lavori. La sperimentazione “sul campo” avrà inizio in primavera, mentre fin da ora si sta lavorando per scegliere e formare le persone adatte. «Crediamo sia un’opportunità per la società – sottolineano Ramella e Faraci – con un forte contenuto educativo anche per i ragazzi degli istituti dove i detenuti lavoreranno».