Un po’ di Biella tra mobili e design
«Dammi un bracciolo, e io ti fornisco le gambe del tavolo», provoca Philippe Starck, numero uno dei designer europei. Ma sono in tanti a vociferare: più che una vetrina, ci piace pensare sia un magazzino aperto, un open stock, in cui proporre e da cui attingere idee. È l’ispirazione che, in questi giorni, circola al Salone del Mobile di Rho Fiera, a Milano, e nel Fuori Salone, spalmato da un capo all’altro della città. Inaugurata martedì e in piena attività fino a domani, 19 aprile, la 54esima edizione dell’evento internazionale dedicato a design e arredamento sta mostrando al mondo una delle facce più interessanti del nostro Paese, quel “made in Italy” che ancora tanto conta e che sarà la carta da giocare all’imminente Expo. Non solo, è la stessa economia a stare dalla parte di mobili e design: secondo la Camera di Commercio di Monza, infatti, l’export italiano in questo settore è valso 8,6 miliardi di euro nel 2014 e ha registrato un +6 per cento in due anni. Conta, allora, esserci e respirare l’energia del Salone, in cui sta confluendo il mondo intero.
Il Biellese raccoglie la sfida e vanta, creazioni in bella vista, un buon numero di rappresentanti. Chi sono e cosa propongono? Serralunga presenta il suo arredamento da giardino, con tre nuovi prodotti in anteprima, sia di outdoor che di indoor. Al Padiglione 20, stand D29, la “Scenografia” si crea con la lanterna Honey dei designer Raffaella Mangiarotti e Marco Ravina, che conta su un sistema di illuminazione led a ricarica, che permette di portarla ovunque, anche dove non ci sono prese di corrente. Fabio Bortolani ed Ermanno Righi firmano, invece, Net-Light, vaso lampada con tanto di pianta rampicante che si mimetizza con il resto del verde. Mentre è di Ricardo Bello Dias la panca componibile Play.Wood.
Michelangelo Pistoletto ha inaugurato il suo “Coltivare la città”, campo agricolo di 750 metri quadrati ricavato sul tetto del Superstudio Più, in via Tortona, e tracciato intorno al segno del “Terzo Paradiso”. Ne è nata una risaia a sette varietà di riso, un orto e un modello di casa in legno e paglia di riso realizzata da Novacivitas, simbolo di un’architettura integrata nel ciclo naturale.
Scelgono il legno anche Alberto Maffei, Alberto Pomaro e Roberto Bozio dello studio di architettura Maffei&Pomaro, ospiti di Terzopiano a Chinatown, atelier in cui la titolare l’artista Michela Pomaro espone creature fantastiche da appendere. I loro oggetti trasformisti “Earth-O” vanno dall’appendiabiti che diventa armadio al comodino che fa da vassoio e anche da pouf.
Quanto ai materiali che fanno la differenza su oggetti d’arredo di diversi marchi, spiccano i tessuti per outdoor di MariaFlora brand di Elledì. Resta fedele al silicone il designer di Candelo Alessandro Ciffo, che nel 2012 aveva incantato con le 11 poltrone di “Iperbolica” e che quest’anno si sdoppia: sarà alla Galleria Dilmos, per proporre l’anta mobile di un armadio-quadro, ispirata alla silicone paint, e a Euroluce, con la mensola dotata di paralume in silicone, illuminata ad arte.
Da segnalare le lampade di Daniele Basso di GlocalDesign, anche a Italamp con la piantana Ghipur decorata con simil merletti veneziani. Più location pure per l’architetto Luisa Bocchietto, tra queste al Salone in veste di direttore editoriale di “Platform”, rivista internazionale di architettura e design, e alla Fabbrica del Vapore, dove espone “Lamiaitalia”, fatta di contenitori componibili in ceramica creati con Ceramica Gatti. Infine, è stato scelto da Cassina per il contest LC 50 Project ispirato a Le Corbusier, tra 40 studi milanesi di prestigio quello cui fa capo l’architetto biellese Federico Delrosso, che nello showroom di via Durini ha creato il palco di un teatro e giocato sul visual, con oggetti sostituiti da ologrammi e figure umane in scala Modulor. E, in occasione del Salone, Ermenegildo Zegna e San Patrignano presentano “Baco” di Patricia Urquiola, nell’ambito di Barrique, la terza vita del legno, progetto nato nel 2012 per reinterpretare in modo sapiente il legno di recupero e divenuto nel tempo una collezione permanente di oltre 40 oggetti. Ogni pezzo, unico nella sua fattura, è disegnato da un architetto o designer e poi realizzato a mano dai ragazzi del San Patrignano Design Lab.
Giovanna Boglietti
«Dammi un bracciolo, e io ti fornisco le gambe del tavolo», provoca Philippe Starck, numero uno dei designer europei. Ma sono in tanti a vociferare: più che una vetrina, ci piace pensare sia un magazzino aperto, un open stock, in cui proporre e da cui attingere idee. È l’ispirazione che, in questi giorni, circola al Salone del Mobile di Rho Fiera, a Milano, e nel Fuori Salone, spalmato da un capo all’altro della città. Inaugurata martedì e in piena attività fino a domani, 19 aprile, la 54esima edizione dell’evento internazionale dedicato a design e arredamento sta mostrando al mondo una delle facce più interessanti del nostro Paese, quel “made in Italy” che ancora tanto conta e che sarà la carta da giocare all’imminente Expo. Non solo, è la stessa economia a stare dalla parte di mobili e design: secondo la Camera di Commercio di Monza, infatti, l’export italiano in questo settore è valso 8,6 miliardi di euro nel 2014 e ha registrato un +6 per cento in due anni. Conta, allora, esserci e respirare l’energia del Salone, in cui sta confluendo il mondo intero.
Il Biellese raccoglie la sfida e vanta, creazioni in bella vista, un buon numero di rappresentanti. Chi sono e cosa propongono? Serralunga presenta il suo arredamento da giardino, con tre nuovi prodotti in anteprima, sia di outdoor che di indoor. Al Padiglione 20, stand D29, la “Scenografia” si crea con la lanterna Honey dei designer Raffaella Mangiarotti e Marco Ravina, che conta su un sistema di illuminazione led a ricarica, che permette di portarla ovunque, anche dove non ci sono prese di corrente. Fabio Bortolani ed Ermanno Righi firmano, invece, Net-Light, vaso lampada con tanto di pianta rampicante che si mimetizza con il resto del verde. Mentre è di Ricardo Bello Dias la panca componibile Play.Wood.
Michelangelo Pistoletto ha inaugurato il suo “Coltivare la città”, campo agricolo di 750 metri quadrati ricavato sul tetto del Superstudio Più, in via Tortona, e tracciato intorno al segno del “Terzo Paradiso”. Ne è nata una risaia a sette varietà di riso, un orto e un modello di casa in legno e paglia di riso realizzata da Novacivitas, simbolo di un’architettura integrata nel ciclo naturale.
Scelgono il legno anche Alberto Maffei, Alberto Pomaro e Roberto Bozio dello studio di architettura Maffei&Pomaro, ospiti di Terzopiano a Chinatown, atelier in cui la titolare l’artista Michela Pomaro espone creature fantastiche da appendere. I loro oggetti trasformisti “Earth-O” vanno dall’appendiabiti che diventa armadio al comodino che fa da vassoio e anche da pouf.
Quanto ai materiali che fanno la differenza su oggetti d’arredo di diversi marchi, spiccano i tessuti per outdoor di MariaFlora brand di Elledì. Resta fedele al silicone il designer di Candelo Alessandro Ciffo, che nel 2012 aveva incantato con le 11 poltrone di “Iperbolica” e che quest’anno si sdoppia: sarà alla Galleria Dilmos, per proporre l’anta mobile di un armadio-quadro, ispirata alla silicone paint, e a Euroluce, con la mensola dotata di paralume in silicone, illuminata ad arte.
Da segnalare le lampade di Daniele Basso di GlocalDesign, anche a Italamp con la piantana Ghipur decorata con simil merletti veneziani. Più location pure per l’architetto Luisa Bocchietto, tra queste al Salone in veste di direttore editoriale di “Platform”, rivista internazionale di architettura e design, e alla Fabbrica del Vapore, dove espone “Lamiaitalia”, fatta di contenitori componibili in ceramica creati con Ceramica Gatti. Infine, è stato scelto da Cassina per il contest LC 50 Project ispirato a Le Corbusier, tra 40 studi milanesi di prestigio quello cui fa capo l’architetto biellese Federico Delrosso, che nello showroom di via Durini ha creato il palco di un teatro e giocato sul visual, con oggetti sostituiti da ologrammi e figure umane in scala Modulor. E, in occasione del Salone, Ermenegildo Zegna e San Patrignano presentano “Baco” di Patricia Urquiola, nell’ambito di Barrique, la terza vita del legno, progetto nato nel 2012 per reinterpretare in modo sapiente il legno di recupero e divenuto nel tempo una collezione permanente di oltre 40 oggetti. Ogni pezzo, unico nella sua fattura, è disegnato da un architetto o designer e poi realizzato a mano dai ragazzi del San Patrignano Design Lab.
Giovanna Boglietti