Rimossa la frana che ha ucciso un uomo
CREVACUORE - E’ stata rimossa dai cuori delle due case dov’era entrata sfondando pareti, dai camminamenti e dai cortili, la frana che il 12 novembre scorso si era staccata all’improvviso dalla collinetta che s’affaccia verso via Noche, a Crevacuore, aveva travolto e ucciso Brunello Canuto Rosa, 64 anni, commerciante in pensione, e aveva ferito il vicino di casa, Marco Fava, 59 anni, rimasto parecchie settimane in ospedale per un grave trauma toracico da schiacciamento. In cinque mesi, grazie ai 25mila euro messi a disposizione dalla Regione per i lavori di somma urgenza su richiesta della Giunta del sindaco Massimo Toso, le centinaia di tonnellate di terra e detriti sono state levate dalle ruspe e dalle pale degli operai che hanno lavorato fino a una settimana fa. Le due case, per il momento, restano inagibili. Una è di proprietà della figlia della vittima di quella tremenda frana che vive ora nella casa di fronte. Il vicino, in attesa che il sindaco conceda in via libera, abita invece da parenti a Sostegno.
Il timore del sindaco, che il giorno della tragedia non ci aveva pensato manco un secondo a infilare gli stivali e a recarsi in via Noche a dare una mano, è più che giustificato. La collina, dopotutto, si sta ancora muovendo, non è sicura, lo dicono gli esperti. Al punto che la Regione ha già stanziato una somma di 169mila euro per la messa in sicurezza e la regimazione delle acque di quella gobba di terra instabile. E’ prevista una durata dell’intervento di trenta mesi.
Valter Caneparo
Leggi tutto il servizio sull’Eco di Biella di sabato 18 aprile 2015
CREVACUORE - E’ stata rimossa dai cuori delle due case dov’era entrata sfondando pareti, dai camminamenti e dai cortili, la frana che il 12 novembre scorso si era staccata all’improvviso dalla collinetta che s’affaccia verso via Noche, a Crevacuore, aveva travolto e ucciso Brunello Canuto Rosa, 64 anni, commerciante in pensione, e aveva ferito il vicino di casa, Marco Fava, 59 anni, rimasto parecchie settimane in ospedale per un grave trauma toracico da schiacciamento. In cinque mesi, grazie ai 25mila euro messi a disposizione dalla Regione per i lavori di somma urgenza su richiesta della Giunta del sindaco Massimo Toso, le centinaia di tonnellate di terra e detriti sono state levate dalle ruspe e dalle pale degli operai che hanno lavorato fino a una settimana fa. Le due case, per il momento, restano inagibili. Una è di proprietà della figlia della vittima di quella tremenda frana che vive ora nella casa di fronte. Il vicino, in attesa che il sindaco conceda in via libera, abita invece da parenti a Sostegno.
Il timore del sindaco, che il giorno della tragedia non ci aveva pensato manco un secondo a infilare gli stivali e a recarsi in via Noche a dare una mano, è più che giustificato. La collina, dopotutto, si sta ancora muovendo, non è sicura, lo dicono gli esperti. Al punto che la Regione ha già stanziato una somma di 169mila euro per la messa in sicurezza e la regimazione delle acque di quella gobba di terra instabile. E’ prevista una durata dell’intervento di trenta mesi.
Valter Caneparo
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