Una folla per l’addio al pasticcere Salvatore Maniscalco

Una folla per l’addio al pasticcere Salvatore Maniscalco
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COSSATO - Una vera e propria folla ha preso parte sabato scorso, nella chiesa parrocchiale di Ronco di Cossato, ai funerali, affidati all’impresa Strobino,  di Salvatore Maniscalco. 
Settantacinque anni, Salvatore Maniscalco è stato un cardine fondamentale per la sua famiglia, un esempio di onestà, generosità, bontà d’animo e spirito di sacrificio. Nel 1967, fondò con la moglie Rosanna ed i cognati Gianni e Mirella, un laboratorio di pasticceria a Campore di Valle Mosso che, dopo aver superato la  terribile alluvione del ’68, è cresciuta, nel tempo, diventando un punto di riferimento nella vallata, dando lavoro a più famiglie per poi  tramandare l’attività ai figli Emanuela e Fabio ed al genero Massimo. Ma lo scomparso si è anche dedicato in attività di interesse per la comunità, in ambito sportivo e sociale. Nel settore sportivo, la passione per il gioco delle bocce, oltre che praticante attivo e vincente, fu presidente della S.B. Ronco di Cossato, che, negli anni d’oro di questo sport, si dimostrò una realtà importante a livello provinciale. Da qualche anno, lo scomparso ha rivestito un ruolo attivo nella S.B. Valle Mosso-Mossese, nella quale era giocatore e sponsor con la sua attività. Salvatore portava in società lo spirito di coesione e la importanza di essere amici e sportivi, leali e corretti, ancor prima che vincenti. In campo sociale, era veramente molto impegnato nella sezione di Biella della Aism (Associazione sclerosi multipla), della quale era stato vice-presidente ed attualmente tesoriere. La sua missione era quella di fare in modo che l’associazione fosse sempre al servizio del malato sul territorio. 
Salvatore Maniscalco ha lasciato: la moglie Rosanna Rainero, i figli Emanuela (con il marito Massimo Gusella) e Fabio (con la moglie Sonia Poli), i nipoti Marco e Luca (con Mouna e la mamma Barbara Trivero), l’affezionata Carmela, i cognati Gianni Rainero con Carla e Giorgio Comuzio ed i figli Annalisa ed Alessandro con le rispettive famiglie.
Franco Graziola 

COSSATO - Una vera e propria folla ha preso parte sabato scorso, nella chiesa parrocchiale di Ronco di Cossato, ai funerali, affidati all’impresa Strobino,  di Salvatore Maniscalco. 
Settantacinque anni, Salvatore Maniscalco è stato un cardine fondamentale per la sua famiglia, un esempio di onestà, generosità, bontà d’animo e spirito di sacrificio. Nel 1967, fondò con la moglie Rosanna ed i cognati Gianni e Mirella, un laboratorio di pasticceria a Campore di Valle Mosso che, dopo aver superato la  terribile alluvione del ’68, è cresciuta, nel tempo, diventando un punto di riferimento nella vallata, dando lavoro a più famiglie per poi  tramandare l’attività ai figli Emanuela e Fabio ed al genero Massimo. Ma lo scomparso si è anche dedicato in attività di interesse per la comunità, in ambito sportivo e sociale. Nel settore sportivo, la passione per il gioco delle bocce, oltre che praticante attivo e vincente, fu presidente della S.B. Ronco di Cossato, che, negli anni d’oro di questo sport, si dimostrò una realtà importante a livello provinciale. Da qualche anno, lo scomparso ha rivestito un ruolo attivo nella S.B. Valle Mosso-Mossese, nella quale era giocatore e sponsor con la sua attività. Salvatore portava in società lo spirito di coesione e la importanza di essere amici e sportivi, leali e corretti, ancor prima che vincenti. In campo sociale, era veramente molto impegnato nella sezione di Biella della Aism (Associazione sclerosi multipla), della quale era stato vice-presidente ed attualmente tesoriere. La sua missione era quella di fare in modo che l’associazione fosse sempre al servizio del malato sul territorio. 
Salvatore Maniscalco ha lasciato: la moglie Rosanna Rainero, i figli Emanuela (con il marito Massimo Gusella) e Fabio (con la moglie Sonia Poli), i nipoti Marco e Luca (con Mouna e la mamma Barbara Trivero), l’affezionata Carmela, i cognati Gianni Rainero con Carla e Giorgio Comuzio ed i figli Annalisa ed Alessandro con le rispettive famiglie.
Franco Graziola 

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