«Non scordate la tragedia dei Tamil», iniziativa a Trivero

TRIVERO - Ogni anno, quando torna il 18 maggio, fanno qualcosa di veramente simbolico per ricordare a tutti che quella è la giornata contro il genocidio del popolo Eelam Tamil. Il loro popolo. Quel giorno, anniversario di quella dichiarazione della fine del conflitto armato da parte del Governo dello Sri Lanka che però non è mai coinciso con il termine del genocidio di questa minoranza, i Tamil di Trivero - una delle comunità straniere ormai più radicate sul territorio - ritrovano la loro vera identità e danno un senso al loro dolore. Ma senza classiche commemorazioni. Lo fanno rendendosi utili e omaggiando chi, nella loro terra, continua a soffrire: in una decina, sabato scorso, si sono ritrovati nel cimitero di Trivero per ripulire, sistemare e fare manutenzione dell’area. Solo dopo, per ricordare che quello non era un appuntamento di semplice cura del verde, tutti insieme hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del genocidio e ha avuto luogo l'accensione della fiaccola comune.
Ripulire un cimitero, per i Tamil, non è un gesto qualunque. «Il genocidio della popolazione - spiegano i Tamil triveresi - ha raggiunto livelli estremi durante la fase finale del conflitto armato (maggio 2009) e in cui persero la vita oltre 70mila civili, mentre quasi 150mila civili continuano a mancare all'appello. Le forze governative anche dopo aver preso il controllo dei territori degli Eelam Tamil, nel maggio 2009, hanno intensificato le pratiche sociali di genocidio, che ancora oggi nel 2015 sono in continua costruzione». E gli effetti su quella terra sono drammatici: «L'esercito cingalese, con la complicità del Governo, sta avendo un ruolo primario nell'occupazione militare ed espropriazione dei territori Eelam Tamil, violenze sessuali, sterilizzazioni forzate delle donne Tamil, rapimenti, torture, interrogatori e processi extragiudiziali - chiariscono ancora - Inoltre il governo dello Sri Lanka, istituzionalizzando una politica discriminatoria, continua a negare l'identità degli Eelam Tamil. Ne è un esempio la distruzione dei cimiteri delle migliaia di vittime Tamil di questo genocidio. Molte famiglie, infatti, non hanno più un luogo in cui ricordare e commemorare i propri cari, non hanno più un luogo in cui versare le proprie lacrime, non hanno più nulla che possa ricordare l'esistenza della propria madre, del proprio padre, del proprio figlio, del proprio marito o moglie, fratello o sorella. Crediamo infatti che a ciascun Eelam Tamil non solo sia stato negato il diritto di essere uomo, di avere un'identità, una patria e una nazione, ma abbiamo timore che neppure ciò che rimarrà delle ceneri di ciascuno di noi potrà riposare in pace nella nostra patria, il Tamil Eelam. E quindi per denunciare questa forma di negazione della nostra identità, abbiamo deciso di intraprendere da ormai un paio di anni e in modo simbolico quest'attività presso il cimitero del nostro Comune».
Ma un nuovo appuntamento è già alle porte anche in città, per ricordare a tutti il dramma di questa popolazione: domani, dalle 16 alle 18 in via La Marmora (nello spazio antistante alla sede Atl) a Biella, avrà infatti luogo una cerimonia di commemorazione. A seguire, si terrà una fiaccolata lungo via Italia.
Veronica Balocco
TRIVERO - Ogni anno, quando torna il 18 maggio, fanno qualcosa di veramente simbolico per ricordare a tutti che quella è la giornata contro il genocidio del popolo Eelam Tamil. Il loro popolo. Quel giorno, anniversario di quella dichiarazione della fine del conflitto armato da parte del Governo dello Sri Lanka che però non è mai coinciso con il termine del genocidio di questa minoranza, i Tamil di Trivero - una delle comunità straniere ormai più radicate sul territorio - ritrovano la loro vera identità e danno un senso al loro dolore. Ma senza classiche commemorazioni. Lo fanno rendendosi utili e omaggiando chi, nella loro terra, continua a soffrire: in una decina, sabato scorso, si sono ritrovati nel cimitero di Trivero per ripulire, sistemare e fare manutenzione dell’area. Solo dopo, per ricordare che quello non era un appuntamento di semplice cura del verde, tutti insieme hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del genocidio e ha avuto luogo l'accensione della fiaccola comune.
Ripulire un cimitero, per i Tamil, non è un gesto qualunque. «Il genocidio della popolazione - spiegano i Tamil triveresi - ha raggiunto livelli estremi durante la fase finale del conflitto armato (maggio 2009) e in cui persero la vita oltre 70mila civili, mentre quasi 150mila civili continuano a mancare all'appello. Le forze governative anche dopo aver preso il controllo dei territori degli Eelam Tamil, nel maggio 2009, hanno intensificato le pratiche sociali di genocidio, che ancora oggi nel 2015 sono in continua costruzione». E gli effetti su quella terra sono drammatici: «L'esercito cingalese, con la complicità del Governo, sta avendo un ruolo primario nell'occupazione militare ed espropriazione dei territori Eelam Tamil, violenze sessuali, sterilizzazioni forzate delle donne Tamil, rapimenti, torture, interrogatori e processi extragiudiziali - chiariscono ancora - Inoltre il governo dello Sri Lanka, istituzionalizzando una politica discriminatoria, continua a negare l'identità degli Eelam Tamil. Ne è un esempio la distruzione dei cimiteri delle migliaia di vittime Tamil di questo genocidio. Molte famiglie, infatti, non hanno più un luogo in cui ricordare e commemorare i propri cari, non hanno più un luogo in cui versare le proprie lacrime, non hanno più nulla che possa ricordare l'esistenza della propria madre, del proprio padre, del proprio figlio, del proprio marito o moglie, fratello o sorella. Crediamo infatti che a ciascun Eelam Tamil non solo sia stato negato il diritto di essere uomo, di avere un'identità, una patria e una nazione, ma abbiamo timore che neppure ciò che rimarrà delle ceneri di ciascuno di noi potrà riposare in pace nella nostra patria, il Tamil Eelam. E quindi per denunciare questa forma di negazione della nostra identità, abbiamo deciso di intraprendere da ormai un paio di anni e in modo simbolico quest'attività presso il cimitero del nostro Comune».
Ma un nuovo appuntamento è già alle porte anche in città, per ricordare a tutti il dramma di questa popolazione: domani, dalle 16 alle 18 in via La Marmora (nello spazio antistante alla sede Atl) a Biella, avrà infatti luogo una cerimonia di commemorazione. A seguire, si terrà una fiaccolata lungo via Italia.
Veronica Balocco