Truffatore Casanova, vacanze fantasma
Ha pubblicato un’inserzione sul sito “subito.it” con la quale offriva in affitto per le ferie estive un inesistente appartamento a Riccione. L’annuncio era fatto così bene che una signora di 39 anni di Benna c’era cascata e aveva versato a titolo di acconto la somma di 250 euro all’inserzionista a fronte dei 500 euro settimanali pattuiti. Solo in un secondo momento, la biellese aveva scoperto che, in realtà, l’appartamento non esisteva. Era finita nella rete di uno dei più abili truffatori online, il “Casanova” dei raggiri. Prima di rendersene conto, si era recata a Riccione, aveva cercato l’appartamento segnalato, in via Fiume. Solo che, a quell’indirizzo, non c’era nessuna abitazione bensì un hotel. Oltre alla biellese, tante altre persone erano state raggirate con lo stesso trucco del truffatore che agiva spacciandosi per marito di tale Elena Castelli, la quale, in realtà, era una delle sue tante fidanzate che non esitavano a intestarsi carte Postepay, conti correnti, a riscuotergli i vaglia e a offrirgli ospitalità in nome di una convivenza d’amore che, di fatto, lo rendeva non rintracciabile.
Valter Caneparo
Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 28 maggio 2015
Ha pubblicato un’inserzione sul sito “subito.it” con la quale offriva in affitto per le ferie estive un inesistente appartamento a Riccione. L’annuncio era fatto così bene che una signora di 39 anni di Benna c’era cascata e aveva versato a titolo di acconto la somma di 250 euro all’inserzionista a fronte dei 500 euro settimanali pattuiti. Solo in un secondo momento, la biellese aveva scoperto che, in realtà, l’appartamento non esisteva. Era finita nella rete di uno dei più abili truffatori online, il “Casanova” dei raggiri. Prima di rendersene conto, si era recata a Riccione, aveva cercato l’appartamento segnalato, in via Fiume. Solo che, a quell’indirizzo, non c’era nessuna abitazione bensì un hotel. Oltre alla biellese, tante altre persone erano state raggirate con lo stesso trucco del truffatore che agiva spacciandosi per marito di tale Elena Castelli, la quale, in realtà, era una delle sue tante fidanzate che non esitavano a intestarsi carte Postepay, conti correnti, a riscuotergli i vaglia e a offrirgli ospitalità in nome di una convivenza d’amore che, di fatto, lo rendeva non rintracciabile.
Valter Caneparo
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