«Consigliamo ai giovani di partire»
Avere in tasca patente, carta d’identità, e un “passaporto per il lavoro”. Una fantasia, quest’ultima, sì ma non troppo. Il progetto si chiama proprio “Passport for work”. Ed è certo un buon passaporto per il lavoro, sostengono i ragazzi biellesi che ne hanno beneficiato. Anche se, è il rammarico di alcuni, le aziende italiane non sembrano farci caso.
Appena rientrati a Biella, i ragazzi si stanno guardando attorno e sentono che qualcosa sta cambiando. Proprio grazie all’iniziativa promossa da Informagiovani e sostenuta dall’Unione Europea, come Lifelong Learning Programme - Leonardo Da Vinci, Comune di Biella e Fondazione Crb. Borse cofinanziate che hanno portato all’estero loro, otto giovani residenti in provincia, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che hanno ottenuto un diploma scolastico o una laurea universitaria. Da Biella destinazione isola di Malta e Francia, quindi il ritorno quattro mesi dopo. Al termine di tre settimane di formazione linguistica e tredici settimane di tirocinio in aziende o enti di settori diversi: come marketing e comunicazione d’impresa, settore culturale, comparto turistico-alberghiero e terzo settore.
A Bordeaux hanno svolto tirocinio Alessandra Benedicenti, classe 1986 di Piatto, una laurea magistrale in Scienze linguistiche, impegnata in uno stage presso un’organizzazione non governativa, che si occupa di tematiche ambientali, e Emanuele Minari, classe 1986 di Biella, una laurea magistrale in Scienze Internazionali alla Facoltà di Scienze Politiche, che alla Iae, Scuola di Management dell’Università di Bordeaux-Facoltà di Economia, ha fatto esperienza all’Ufficio Internazionalizzazione, promuovendo anche l’Ateneo in Cina, grazie alla sua conoscenza del cinese. Si sono diretti a Malta, invece, il 22enne Valerio Franco di Candelo, diplomato all’Iti con qualifica di “colorista digitale”, che ha approfondito il settore commerciale e marketing in un’azienda privata; così come Giulia Galvagno, 24 anni di Biella con laurea triennale in Scienze della Mediazione linguistica, che è stata receptionist in un hotel. Appena rientrati e già ripartiti, sempre per Malta, Michele Calabrò, classe 1989, di Biella, una laurea specialistica in Scienze Internazionali, che dopo aver gestito un “interreg” Malta-Sicilia nel settore ambientale sarà tirocinante, per altri quattro mesi, alla rappresentanza della Commissione Europea a Malta. E Antonia Laurenza, classe 1987 di Pray con laurea magistrale in Architettura, che a Malta ha trovato un’opportunità di lavoro.
C’è l’estero anche nel futuro di Arianna Burzì, classe 1987 di Biella con una laurea magistrale in Letterature comparate e receptionist in un albergo a Malta, come per il 32enne Francesco Mercuri di Biella, laurea specialistica in Studi Europei e Master al Politecnico di Torino, che si è occupato di comunicazione e marketing e presto partirà per un anno alla volta degli Stati Uniti. «L’idea sarebbe quella di acquisire competenze all’estero e tornare in Italia. Ma non ci sono possibilità», spiega Francesco. «Grazie al progetto molte aziende ora mi chiamano anche solo per un colloquio, ma sono aziende straniere». Insomma progetti come “Passport for work” fanno bene - «All’estero danno mansioni di responsabilità e insegnano, coinvolgono lo stagista», fa notare Arianna -, ma il Paese non assorbe i giovani, pur con formazione resa competitiva. Abbandoneranno l’Italia? Se l’Italia non li accetta non resta loro che rispondere: sì.
Giovanna Boglietti
Avere in tasca patente, carta d’identità, e un “passaporto per il lavoro”. Una fantasia, quest’ultima, sì ma non troppo. Il progetto si chiama proprio “Passport for work”. Ed è certo un buon passaporto per il lavoro, sostengono i ragazzi biellesi che ne hanno beneficiato. Anche se, è il rammarico di alcuni, le aziende italiane non sembrano farci caso.
Appena rientrati a Biella, i ragazzi si stanno guardando attorno e sentono che qualcosa sta cambiando. Proprio grazie all’iniziativa promossa da Informagiovani e sostenuta dall’Unione Europea, come Lifelong Learning Programme - Leonardo Da Vinci, Comune di Biella e Fondazione Crb. Borse cofinanziate che hanno portato all’estero loro, otto giovani residenti in provincia, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che hanno ottenuto un diploma scolastico o una laurea universitaria. Da Biella destinazione isola di Malta e Francia, quindi il ritorno quattro mesi dopo. Al termine di tre settimane di formazione linguistica e tredici settimane di tirocinio in aziende o enti di settori diversi: come marketing e comunicazione d’impresa, settore culturale, comparto turistico-alberghiero e terzo settore.
A Bordeaux hanno svolto tirocinio Alessandra Benedicenti, classe 1986 di Piatto, una laurea magistrale in Scienze linguistiche, impegnata in uno stage presso un’organizzazione non governativa, che si occupa di tematiche ambientali, e Emanuele Minari, classe 1986 di Biella, una laurea magistrale in Scienze Internazionali alla Facoltà di Scienze Politiche, che alla Iae, Scuola di Management dell’Università di Bordeaux-Facoltà di Economia, ha fatto esperienza all’Ufficio Internazionalizzazione, promuovendo anche l’Ateneo in Cina, grazie alla sua conoscenza del cinese. Si sono diretti a Malta, invece, il 22enne Valerio Franco di Candelo, diplomato all’Iti con qualifica di “colorista digitale”, che ha approfondito il settore commerciale e marketing in un’azienda privata; così come Giulia Galvagno, 24 anni di Biella con laurea triennale in Scienze della Mediazione linguistica, che è stata receptionist in un hotel. Appena rientrati e già ripartiti, sempre per Malta, Michele Calabrò, classe 1989, di Biella, una laurea specialistica in Scienze Internazionali, che dopo aver gestito un “interreg” Malta-Sicilia nel settore ambientale sarà tirocinante, per altri quattro mesi, alla rappresentanza della Commissione Europea a Malta. E Antonia Laurenza, classe 1987 di Pray con laurea magistrale in Architettura, che a Malta ha trovato un’opportunità di lavoro.
C’è l’estero anche nel futuro di Arianna Burzì, classe 1987 di Biella con una laurea magistrale in Letterature comparate e receptionist in un albergo a Malta, come per il 32enne Francesco Mercuri di Biella, laurea specialistica in Studi Europei e Master al Politecnico di Torino, che si è occupato di comunicazione e marketing e presto partirà per un anno alla volta degli Stati Uniti. «L’idea sarebbe quella di acquisire competenze all’estero e tornare in Italia. Ma non ci sono possibilità», spiega Francesco. «Grazie al progetto molte aziende ora mi chiamano anche solo per un colloquio, ma sono aziende straniere». Insomma progetti come “Passport for work” fanno bene - «All’estero danno mansioni di responsabilità e insegnano, coinvolgono lo stagista», fa notare Arianna -, ma il Paese non assorbe i giovani, pur con formazione resa competitiva. Abbandoneranno l’Italia? Se l’Italia non li accetta non resta loro che rispondere: sì.
Giovanna Boglietti