«Quello scooter è pericoloso: si spezza»

«Quello scooter è pericoloso: si spezza»
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BIELLA - Circolano anche a Biella i Garelli modello “Xò” nel mirino del piemme Raffaele Guariniello in quanto - stando alla denuncia di un ex dirigente - il telaio potrebbe essere soggetto a rotture non riconducibili ad un uso improprio del cinquantino. Uno dei possessore dello scooter, prodotto sino al 2012, è Pier Giorgio Tarocco, di Biella, ex addetto alla  programmazione e alla produzione della Fila di viale Cesare Battisti, in pensione da alcuni anni. Lui il Garelli “Xò” lo utilizza per muoversi in modo agile per la città, per percorrere i piccoli tragitti, per fare la spesa. Non ha mai avuto problemi, ma da quando la notizia è apparsa su tutti i giornali e in tivù, il timore che possa succedere qualcosa non lo lascia del tutto indifferente. «Vedremo quale soluzione verrà adottata - spiega con un sorriso -. Per adesso continuerò a utilizzare il motorino senza pormi eccessivi problemi anche perché sinora è andato sempre bene...». 

Valter Caneparo

Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 2 luglio 2015

BIELLA - Circolano anche a Biella i Garelli modello “Xò” nel mirino del piemme Raffaele Guariniello in quanto - stando alla denuncia di un ex dirigente - il telaio potrebbe essere soggetto a rotture non riconducibili ad un uso improprio del cinquantino. Uno dei possessore dello scooter, prodotto sino al 2012, è Pier Giorgio Tarocco, di Biella, ex addetto alla  programmazione e alla produzione della Fila di viale Cesare Battisti, in pensione da alcuni anni. Lui il Garelli “Xò” lo utilizza per muoversi in modo agile per la città, per percorrere i piccoli tragitti, per fare la spesa. Non ha mai avuto problemi, ma da quando la notizia è apparsa su tutti i giornali e in tivù, il timore che possa succedere qualcosa non lo lascia del tutto indifferente. «Vedremo quale soluzione verrà adottata - spiega con un sorriso -. Per adesso continuerò a utilizzare il motorino senza pormi eccessivi problemi anche perché sinora è andato sempre bene...». 

Valter Caneparo

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