Erano rifiuti, non refurtiva: assolti
Sono stati arrestati ad aprile per il furto di rame e di materiale ferroso che - a detta dell’accusa - si trovavano sul terreno privato di una fabbrica dismessa di Pettinengo. Sono finiti in una cella, poi ai domiciliari e, infine, il giudice delle indagini preliminari ha concesso a entrambi l’obbligo di firma e di dimora. Il camion di uno di loro, che utilizzavano per lavorare, è stato inoltre sequestrato in attesa dell’esito del processo per direttissima. Ma erano innocenti.
A stabilire che Walter Caruso, 44 anni, di Biella, e Mauro Pinna, 33 anni, di Mongrando, non avevano commesso nessun furto, è stato il giudice Pietro Brovarone, che ha così accolto la tesi della difesa rappresentata dagli avvocati Sergio Gronda di Biella e Davide Mosso di Torino. I due imputati hanno così potuto varcare la soglia del tribunale da uomini liberi e, almeno per questo caso, senza alcuna macchia.
Quello che era stato indicato come furto dai carabinieri che avevano proceduto all’arresto, risale al giorno 8 aprile scorso. I due imputati avevano già caricato sul loro camion parte del materiale che si trovava lungo la strada, a ridosso di una fabbrica ormai dismessa da trent’anni. Come hanno avuto modo di evidenziare nel corso delle arringhe i difensori, il materiale in oggetto si trovava fuori dallo stabilimento. In mezzo a tubi, travetti, lastre e grondaie, erano cresciuti erba e arbusti e addirittura un paio di alberi. Segno che il materiale si trovava in quel punto ormai da anni e rappresentava in realtà dei rifiuti che non erano mai stati smaltiti. Una versione che ha trovato d’accordo anche il giudice che ha scritto la sentenza di assoluzione.
V.Ca.
Sono stati arrestati ad aprile per il furto di rame e di materiale ferroso che - a detta dell’accusa - si trovavano sul terreno privato di una fabbrica dismessa di Pettinengo. Sono finiti in una cella, poi ai domiciliari e, infine, il giudice delle indagini preliminari ha concesso a entrambi l’obbligo di firma e di dimora. Il camion di uno di loro, che utilizzavano per lavorare, è stato inoltre sequestrato in attesa dell’esito del processo per direttissima. Ma erano innocenti.
A stabilire che Walter Caruso, 44 anni, di Biella, e Mauro Pinna, 33 anni, di Mongrando, non avevano commesso nessun furto, è stato il giudice Pietro Brovarone, che ha così accolto la tesi della difesa rappresentata dagli avvocati Sergio Gronda di Biella e Davide Mosso di Torino. I due imputati hanno così potuto varcare la soglia del tribunale da uomini liberi e, almeno per questo caso, senza alcuna macchia.
Quello che era stato indicato come furto dai carabinieri che avevano proceduto all’arresto, risale al giorno 8 aprile scorso. I due imputati avevano già caricato sul loro camion parte del materiale che si trovava lungo la strada, a ridosso di una fabbrica ormai dismessa da trent’anni. Come hanno avuto modo di evidenziare nel corso delle arringhe i difensori, il materiale in oggetto si trovava fuori dallo stabilimento. In mezzo a tubi, travetti, lastre e grondaie, erano cresciuti erba e arbusti e addirittura un paio di alberi. Segno che il materiale si trovava in quel punto ormai da anni e rappresentava in realtà dei rifiuti che non erano mai stati smaltiti. Una versione che ha trovato d’accordo anche il giudice che ha scritto la sentenza di assoluzione.
V.Ca.