Bus studenti, la Provincia di Biella convoca i Consigli d’istituto
BIELLA - Non ci sta, Emanuele Ramella Pralungo, a passare per quello che non ha voluto andare incontro alle esigenze delle famiglie. A lasciare che passi il messaggio di una Provincia «poco collaborativa». «Perché noi, in realtà, sul tema dei trasporti per gli studenti abbiamo sempre insistito moltissimo, mettendo chiaramente in guardia le scuole di quali sarebbero potuti essere i rischi, nel caso avessero attuato orari non compatibili con la programmazione dei bus». Il presidente della Provincia tuona così, alla luce delle dure prese di posizione di alcune scuole cittadine. Il Bona e licei Classico, Artistico e Linguistico, sorretti dalle polemiche dei genitori, accusano infatti l’ente di via Quintino Sella di non aver voluto collaborare per affrontare il problema degli studenti che, terminate le lezioni, restano anche un’ora in giro per la città prima di poter salire su un bus. Ma Ramella Pralungo ribalta la questione. E ricostruisce la sua versione dei fatti: «Già a giugno ho chiesto alle scuole di rispettare orari di chiusura delle lezioni che fossero compatibili con la complicata rete dei trasporti pubblici. E ho comunicato loro con chiarezza che i “giri scuole” dei bus erano previsti alle 13, alle 14, alle 16 e alle 17. Quando poi, a luglio, mi è stato confermato che le scuole intendevano attuare orari non perfettamente in linea con queste scansioni orarie, ho avvisato nuovamente dei rischi, spiegando che così i ragazzi avrebbero finito per restare in giro anche un’ora. Per più volte mi è stato risposto: “Aspetteranno, non è un problema”. E ora, in compenso, mi si vuole far passare per quello che non intende risolvere i disagi».
Andare incontro alle scuole, d’altro canto, non sarebbe semplice. «Spostare alcune linee di un quarto d’ora, come richiesto, è impensabile - spiega il presidente -. L’organizzazione del trasporto pubblico è un puzzle complicatissimo, che peraltro non serve i soli studenti. No, non è affatto possibile». Quale dunque la soluzione? Ramella Pralungo intende affrontare il problema vis à vis: «Convocherò i consigli d’istituto delle due scuole e lì ci diremo con chiarezza come stanno le cose».
V.B.
BIELLA - Non ci sta, Emanuele Ramella Pralungo, a passare per quello che non ha voluto andare incontro alle esigenze delle famiglie. A lasciare che passi il messaggio di una Provincia «poco collaborativa». «Perché noi, in realtà, sul tema dei trasporti per gli studenti abbiamo sempre insistito moltissimo, mettendo chiaramente in guardia le scuole di quali sarebbero potuti essere i rischi, nel caso avessero attuato orari non compatibili con la programmazione dei bus». Il presidente della Provincia tuona così, alla luce delle dure prese di posizione di alcune scuole cittadine. Il Bona e licei Classico, Artistico e Linguistico, sorretti dalle polemiche dei genitori, accusano infatti l’ente di via Quintino Sella di non aver voluto collaborare per affrontare il problema degli studenti che, terminate le lezioni, restano anche un’ora in giro per la città prima di poter salire su un bus. Ma Ramella Pralungo ribalta la questione. E ricostruisce la sua versione dei fatti: «Già a giugno ho chiesto alle scuole di rispettare orari di chiusura delle lezioni che fossero compatibili con la complicata rete dei trasporti pubblici. E ho comunicato loro con chiarezza che i “giri scuole” dei bus erano previsti alle 13, alle 14, alle 16 e alle 17. Quando poi, a luglio, mi è stato confermato che le scuole intendevano attuare orari non perfettamente in linea con queste scansioni orarie, ho avvisato nuovamente dei rischi, spiegando che così i ragazzi avrebbero finito per restare in giro anche un’ora. Per più volte mi è stato risposto: “Aspetteranno, non è un problema”. E ora, in compenso, mi si vuole far passare per quello che non intende risolvere i disagi».
Andare incontro alle scuole, d’altro canto, non sarebbe semplice. «Spostare alcune linee di un quarto d’ora, come richiesto, è impensabile - spiega il presidente -. L’organizzazione del trasporto pubblico è un puzzle complicatissimo, che peraltro non serve i soli studenti. No, non è affatto possibile». Quale dunque la soluzione? Ramella Pralungo intende affrontare il problema vis à vis: «Convocherò i consigli d’istituto delle due scuole e lì ci diremo con chiarezza come stanno le cose».
V.B.