Angelico incompiuta
CASALE MONFERRATO - Oggi Casale è di un altro pianeta. Punto e a capo. Una squadra vera, come Agrigento. Biella ha provato a fare un passo avanti e sotto l’aspetto del temperamento ci è riuscita. È rientrata dal -7 dopo pochi minuti, e due volte dal -11 nel terzo quarto fino a trovarsi a -1 (61-60) a 5’ dalla fine. Poi è naufragata quando Casale ha alzato l’intensità difensiva e ha mostrato giocate e giocatori importanti in attacco. La partita si è conclusa 75 a 62. Ma per energia e voglia di provarci Biella è promossa a pieni voti.
Nel complesso, però, questa non è (ancora) un’Angelico che può far sognare. La qualità che può esprimere è limitata alle giocate di Ferguson. Bisogna aspettare un De Vico più continuo (che quando si accende fa paura), un Grande con la squadra in mano e un La Torre più in partita (un’arma in più, con il suo fisico, in difesa). Ma non si sa quando (e se) arriveranno tutti. In ogni caso solo con l’esplosione di qualcuno dei suoi giovani questa squadra può fare un salto di qualità. Non pervenuto Marcel Jones. Ieri nemmeno 19’ in campo con 0 punti, 6 rimbalzi e troppi passaggi a vuoto in difesa.
La difesa. Due attacchi in post di Bray su Ferguson a inizio partita sono sufficienti per indurre Carrea a cambiare la marcatura: Jazz su Tomassini, Grande sull’americano. A fatica la difesa comincia ad avere una sua fisionomia, con una zona allungata ad inizio azione per passare a uomo varcata la metà campo. Con La Torre che aggiunge fisicità. Con Pierich da quattro. Con aggressività.
L’attacco, però, è un problema grosso. Detto che affrontare Casale è difficile per tutti, anche per chi ha schemi e giocatori rodati, quello fatto vedere da Biella è davvero troppo poco, e per giunta confuso (solo 6 assist a 15). Prendiamo una delle azioni tipo del primo tempo: passaggio consegnato del lungo al play che sfrutta un blocco al limite dell’area e poi si ferma, perché nessuno ne ha tratto vantaggio. Brava Casale, va detto e ridetto, a chiudere sempre tutti gli spazi, ma l’Angelico era davvero troppo confusa.
All’inizio Biella non aveva gioco interno, poi con Banti ha aggiunto qualche pick and roll efficace e ha terminato con 26 punti in area pitturata grazie anche alla fisicità di De Vico, efficace negli attacchi in post.
Gioco interno a parte, Biella è andata molto meglio nel secondo tempo, grazie all’ottimo rientro dagli spogliatoi di De Vico (che poi si riperde, ma intanto dà la scossa). La panchina. Biella si è affidata molto ai giocatori della panchina: Pierich 25’, Banti 22’ e La Torre 17’. Molti i quintetti in campo: molto bassi (con Grande e Ferguson) e molto alti (con La Torre guardia e De Vico ala piccola). Può diventare un’arma. Ma solo a patto che il primo quintetto giri.
Matteo Lusiani
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 12 ottobre 2015
CASALE MONFERRATO - Oggi Casale è di un altro pianeta. Punto e a capo. Una squadra vera, come Agrigento. Biella ha provato a fare un passo avanti e sotto l’aspetto del temperamento ci è riuscita. È rientrata dal -7 dopo pochi minuti, e due volte dal -11 nel terzo quarto fino a trovarsi a -1 (61-60) a 5’ dalla fine. Poi è naufragata quando Casale ha alzato l’intensità difensiva e ha mostrato giocate e giocatori importanti in attacco. La partita si è conclusa 75 a 62. Ma per energia e voglia di provarci Biella è promossa a pieni voti.
Nel complesso, però, questa non è (ancora) un’Angelico che può far sognare. La qualità che può esprimere è limitata alle giocate di Ferguson. Bisogna aspettare un De Vico più continuo (che quando si accende fa paura), un Grande con la squadra in mano e un La Torre più in partita (un’arma in più, con il suo fisico, in difesa). Ma non si sa quando (e se) arriveranno tutti. In ogni caso solo con l’esplosione di qualcuno dei suoi giovani questa squadra può fare un salto di qualità. Non pervenuto Marcel Jones. Ieri nemmeno 19’ in campo con 0 punti, 6 rimbalzi e troppi passaggi a vuoto in difesa.
La difesa. Due attacchi in post di Bray su Ferguson a inizio partita sono sufficienti per indurre Carrea a cambiare la marcatura: Jazz su Tomassini, Grande sull’americano. A fatica la difesa comincia ad avere una sua fisionomia, con una zona allungata ad inizio azione per passare a uomo varcata la metà campo. Con La Torre che aggiunge fisicità. Con Pierich da quattro. Con aggressività.
L’attacco, però, è un problema grosso. Detto che affrontare Casale è difficile per tutti, anche per chi ha schemi e giocatori rodati, quello fatto vedere da Biella è davvero troppo poco, e per giunta confuso (solo 6 assist a 15). Prendiamo una delle azioni tipo del primo tempo: passaggio consegnato del lungo al play che sfrutta un blocco al limite dell’area e poi si ferma, perché nessuno ne ha tratto vantaggio. Brava Casale, va detto e ridetto, a chiudere sempre tutti gli spazi, ma l’Angelico era davvero troppo confusa.
All’inizio Biella non aveva gioco interno, poi con Banti ha aggiunto qualche pick and roll efficace e ha terminato con 26 punti in area pitturata grazie anche alla fisicità di De Vico, efficace negli attacchi in post.
Gioco interno a parte, Biella è andata molto meglio nel secondo tempo, grazie all’ottimo rientro dagli spogliatoi di De Vico (che poi si riperde, ma intanto dà la scossa). La panchina. Biella si è affidata molto ai giocatori della panchina: Pierich 25’, Banti 22’ e La Torre 17’. Molti i quintetti in campo: molto bassi (con Grande e Ferguson) e molto alti (con La Torre guardia e De Vico ala piccola). Può diventare un’arma. Ma solo a patto che il primo quintetto giri.
Matteo Lusiani
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 12 ottobre 2015