«Dannoso l’allarmismo sulle carni»
L’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla pericolosità delle carni lavorate ha destato parecchio stupore tra gli addetti ai lavori e, soprattutto, tra i consumatori. Secondo l’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, consumare salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata può causare il cancro. E, probabilmente, anche mangiare carne rossa. Lo studio, redatto sulla base di oltre 800 rilevazioni sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, conferma, secondo l’Agenzia, le attuali raccomandazioni «a limitare il consumo di carne». Una segnalazione che ha destato parecchi dubbi tra i consumatori.
L’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla pericolosità delle carni lavorate ha destato parecchio stupore tra gli addetti ai lavori e, soprattutto, tra i consumatori. Secondo l’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, consumare salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata può causare il cancro. E, probabilmente, anche mangiare carne rossa. Lo studio, redatto sulla base di oltre 800 rilevazioni sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, conferma, secondo l’Agenzia, le attuali raccomandazioni «a limitare il consumo di carne». Una segnalazione che ha destato parecchi dubbi tra i consumatori.
Carne? A Vercelli-Biella, come nel resto del Paese, se ne consuma molto meno che oltreoceano: 78 chili a testa è la media nazionale, ben lontana dai 125 chili pro capite degli Usa o dei 120 chili dell’Australia. A spiegarlo è la Coldiretti di Biella e Vercelli, che aggiunge: «Oltretutto, gli italiani vantano un primato per la longevità, con 85 anni per le donne e 80 per gli uomini, da cui emerge che la carne made in Italy è più sana ed ottenuta nel rispetto dei rigidi disciplinari di produzione Doc che assicurano il benessere e l’alimentazione degli animali».
«Lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo della carne rossa sta creando un falso allarmismo per il nostro Paese in cui questo alimento è, invece, sicuro e prezioso anche per lo svezzamento dei bambini tanto che, nelle giuste quantità, anche la Dieta Mediterranea ne prevede il consumo - sottolineano Paolo Dellarole e Marco Chiesa presidente e direttore di Coldiretti Vercelli-Biella -. Sotto accusa ci sono i cibi come hot dog e bacon, che non fanno parte della tradizione culinaria italiana né, tantomeno, di quella vercellese o biellese: al contrario la nostra alimentazione si basa su prodotti di stagione, locali e freschi, come sostiene anche il progetto di Campagna Amica che conta decine “Punti” di vendita diretta nelle nostre due province. Infine, in Italia la trasformazione in salumi avviene solo con il sale, senza l’affumicatura messa sotto i riflettori dall’Oms». La nostra Regione vanta anche la razza da carne più importante, la Piemontese, che conta oltre 350mila capi con 6mila aziende impegnate nell’allevamento. E’ una carne tenera, a basso contenuto di colesterolo, con pochi grassi e dalle ottime capacità nutrizionali. «In Piemonte - rilevano ancora il presidente e il direttore -, sono impiegati oltre 15mila addetti per un fatturato che, per il solo allevamento, vale oltre 500 milioni di euro e per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento, raggiunge il miliardo e 30 milioni di euro».
Enzo Panelli
Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 29 ottobre 2015