Cerca di ferirsi davanti al giudice
BIELLA - Toccherà a una perizia psichiatrica stabilire se Youness Moutmir, 23 anni, origini marocchine, per l’anagrafe residente a Occhieppo Inferiore, è in grado di stare in giudizio e quindi di essere processato. Mercoledì verrà affidato l’incarico al consulente. Una scelta obbligata dopo che, per l’ennesima volta, il giovane è stato protagonista di un episodio di violenza. Portato in tribunale per il processo per direttissima dopo che un paio di settimane fa ha aggredito vicini di casa e carabinieri intervenuti per riportarlo alla calma (che ha accolto lanciando loro addosso dal primo piano un pesante mobile), Moutmir ha cominciato ad agitarsi e a dare in escandescenze fino a quando ha deciso di lanciarsi come un kamikaze contro un termosifone con l’intenzione evidente di ferirsi. A bloccarlo in modo energico ci hanno pensato gli agenti della Polizia penitenziaria della scorta. I “baschi azzurri” hanno reso innocuo il detenuto e lo hanno fatto uscire in punta di piedi dal palazzo di giustizia riportandolo nel carcere di viale dei Tigli dove lo hanno ulteriormente denunciato prima di rimetterlo in cella.
BIELLA - Toccherà a una perizia psichiatrica stabilire se Youness Moutmir, 23 anni, origini marocchine, per l’anagrafe residente a Occhieppo Inferiore, è in grado di stare in giudizio e quindi di essere processato. Mercoledì verrà affidato l’incarico al consulente. Una scelta obbligata dopo che, per l’ennesima volta, il giovane è stato protagonista di un episodio di violenza. Portato in tribunale per il processo per direttissima dopo che un paio di settimane fa ha aggredito vicini di casa e carabinieri intervenuti per riportarlo alla calma (che ha accolto lanciando loro addosso dal primo piano un pesante mobile), Moutmir ha cominciato ad agitarsi e a dare in escandescenze fino a quando ha deciso di lanciarsi come un kamikaze contro un termosifone con l’intenzione evidente di ferirsi. A bloccarlo in modo energico ci hanno pensato gli agenti della Polizia penitenziaria della scorta. I “baschi azzurri” hanno reso innocuo il detenuto e lo hanno fatto uscire in punta di piedi dal palazzo di giustizia riportandolo nel carcere di viale dei Tigli dove lo hanno ulteriormente denunciato prima di rimetterlo in cella.
V.Ca.
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 2 novembre 2015