Bonus 500 euro agli insegnanti, una “patata bollente”

Bonus 500 euro agli insegnanti, una “patata bollente”

Si sono fatti attendere, ma sono arrivati. In questi giorni, alcuni docenti biellesi si sono visti accreditare dal Ministero i famosi 500 euro, che il Governo ha stanziato allo scopo di finanziare l’aggiornamento e l’auto-formazione dei professori delle scuole statali. Un bonus che sta facendo discutere, in ambito scolastico. E che, è l’ammissione di alcuni, spaventa un po’. 

La premessa è che si tratta di un’iniziativa vista con favore dagli insegnanti, nonostante il fatto crei l’ennesimo “distinguo” tra fissi e temporanei: «I 500 euro sono destinati a docenti di ruolo, e sono arrivati. Si attendono e a breve arriveranno quelli degli immessi in ruolo di quest’anno – spiega Liborio Butera, professore e sindacalista Cobas – Chi resta escluso sono ancora una volta i precari, trattati come docenti di “serie b”, eppure sono loro il personale che regge la scuola italiana. E, con i precari, dal bonus sono esclusi anche gli educatori». Quanto alla somma, dice Butera: «Molti criticano l’iniziativa in quanto “mancetta”. Si tratta di una piccolissima apertura, è vero, ma rappresenta una risorsa destinata al personale docente, utile all’aggiornamento professionale, cosa che non avveniva da tempo».

Ricevuta la somma, i professori che ne beneficiano al momento preferiscono ancora non toccarla. La “patata bollente” riguarda, infatti, dubbi non ancora chiariti dallo stesso Miur. 

Come spendere questi 500 euro? Il rischio è quello di utilizzare i soldi oggi e ricevere “sanzioni” o decurtazioni domani, dato che il decreto e la circolare inviata alle scuole dal Ministero, lo scorso 19 ottobre, pur contenendo delle istruzioni operative, non chiarisce le modalità di spesa e di rendicontazione del bonus. 

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 2 novembre 2015 

Si sono fatti attendere, ma sono arrivati. In questi giorni, alcuni docenti biellesi si sono visti accreditare dal Ministero i famosi 500 euro, che il Governo ha stanziato allo scopo di finanziare l’aggiornamento e l’auto-formazione dei professori delle scuole statali. Un bonus che sta facendo discutere, in ambito scolastico. E che, è l’ammissione di alcuni, spaventa un po’. 

La premessa è che si tratta di un’iniziativa vista con favore dagli insegnanti, nonostante il fatto crei l’ennesimo “distinguo” tra fissi e temporanei: «I 500 euro sono destinati a docenti di ruolo, e sono arrivati. Si attendono e a breve arriveranno quelli degli immessi in ruolo di quest’anno – spiega Liborio Butera, professore e sindacalista Cobas – Chi resta escluso sono ancora una volta i precari, trattati come docenti di “serie b”, eppure sono loro il personale che regge la scuola italiana. E, con i precari, dal bonus sono esclusi anche gli educatori». Quanto alla somma, dice Butera: «Molti criticano l’iniziativa in quanto “mancetta”. Si tratta di una piccolissima apertura, è vero, ma rappresenta una risorsa destinata al personale docente, utile all’aggiornamento professionale, cosa che non avveniva da tempo».

Ricevuta la somma, i professori che ne beneficiano al momento preferiscono ancora non toccarla. La “patata bollente” riguarda, infatti, dubbi non ancora chiariti dallo stesso Miur. 

Come spendere questi 500 euro? Il rischio è quello di utilizzare i soldi oggi e ricevere “sanzioni” o decurtazioni domani, dato che il decreto e la circolare inviata alle scuole dal Ministero, lo scorso 19 ottobre, pur contenendo delle istruzioni operative, non chiarisce le modalità di spesa e di rendicontazione del bonus. 

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 2 novembre 2015