Vetrò, il master of ceremony Nba
Nel mondo dorato e iper professionale dell’Nba lo chiamano “master of ceremony”, ovvero l’uomo designato ad intrattenere il pubblico durante l’evento sportivo nei momenti in cui il gioco è fermo oppure è prevista un’interazione diretta con chi guarda.
Intrattenere e soddisfare i suoi milioni di fans sparsi in tutto il globo è la mission principale della Nba e per assicurarsi che anche in Italia l’obiettivo venga raggiunto negli avvenimenti ufficiali che generalmente si svolgono nelle piazze di Milano, Torino e Roma e nei rispettivi palasport, dalla base europea di Londra l’uomo prescelto sul campo è da qualche anno il biellese Fabio Vetrò. Canotta d’ordinanza della franchigia di appartenenza della star di turno (l’ultima quella dei Celtics in tour a ottobre), microfono in mano, sorriso che conquista e tanta empatia da trasmettere ai fans: è lui il tramite (e interprete) tra il campione e la folla.
I tifosi della primissima ora di Pallacanestro Biella ricordano bene chi è: mano più che calda da tre punti, era una combo guard cresciuta nel Biella Basket Club che fece parte attiva (25 presenze e 84 punti) del roster della prima squadra di B2, la Ing Sviluppo del presidente Alberto Savio, del ds Marco Atripaldi e di coach Federico Danna.
Quel giovane gruppo, messo sotto l’ala protettiva dell’idolo locale Stefano Robutti, vide l’esordio nella bombonera di via Pajetta del celebre trio delle meraviglie Muzio-Minessi-Martinetti. Arrivarono subito i playoff e da lì ebbe inizio la storia che ci ha accompagnati fino all’arrivo di Mike Hall.
«Bei ricordi - racconta Fabio, classe 1970 - lasciata Biella ho giocato un po’ in giro per l’Italia, ho avuto anche un’esperienza in Spagna nelle leghe minori. Dopo ho cominciato il lavoro che faccio oggi. L’occasione è stata un tour estivo nelle piazze italiane per la trasmissione CD-Live di Rai Due, il Miller Music Tour. È stata una dura e bella gavetta davanti a una media di 35.000 persone lungo le 31 tappe che composero il cammino».
Poi le competenze sportive hanno aperto diverse porte...
«Già, non solo basket, ma anche grandi eventi di beach soccer, o i camp di Gallinari, Del Piero e Castrogiovanni, per passare poi alle Final Four di Eurolega, fino dell’Nba Fan Zone e dell’Nba 3X Tour. È un lavoro divertente, a contatto con la gente».
Gabriele Pinna
Leggi tutta l’intervista sull’Eco di Biella di giovedì 5 novembre 2015
Nel mondo dorato e iper professionale dell’Nba lo chiamano “master of ceremony”, ovvero l’uomo designato ad intrattenere il pubblico durante l’evento sportivo nei momenti in cui il gioco è fermo oppure è prevista un’interazione diretta con chi guarda.
Intrattenere e soddisfare i suoi milioni di fans sparsi in tutto il globo è la mission principale della Nba e per assicurarsi che anche in Italia l’obiettivo venga raggiunto negli avvenimenti ufficiali che generalmente si svolgono nelle piazze di Milano, Torino e Roma e nei rispettivi palasport, dalla base europea di Londra l’uomo prescelto sul campo è da qualche anno il biellese Fabio Vetrò. Canotta d’ordinanza della franchigia di appartenenza della star di turno (l’ultima quella dei Celtics in tour a ottobre), microfono in mano, sorriso che conquista e tanta empatia da trasmettere ai fans: è lui il tramite (e interprete) tra il campione e la folla.
I tifosi della primissima ora di Pallacanestro Biella ricordano bene chi è: mano più che calda da tre punti, era una combo guard cresciuta nel Biella Basket Club che fece parte attiva (25 presenze e 84 punti) del roster della prima squadra di B2, la Ing Sviluppo del presidente Alberto Savio, del ds Marco Atripaldi e di coach Federico Danna.
Quel giovane gruppo, messo sotto l’ala protettiva dell’idolo locale Stefano Robutti, vide l’esordio nella bombonera di via Pajetta del celebre trio delle meraviglie Muzio-Minessi-Martinetti. Arrivarono subito i playoff e da lì ebbe inizio la storia che ci ha accompagnati fino all’arrivo di Mike Hall.
«Bei ricordi - racconta Fabio, classe 1970 - lasciata Biella ho giocato un po’ in giro per l’Italia, ho avuto anche un’esperienza in Spagna nelle leghe minori. Dopo ho cominciato il lavoro che faccio oggi. L’occasione è stata un tour estivo nelle piazze italiane per la trasmissione CD-Live di Rai Due, il Miller Music Tour. È stata una dura e bella gavetta davanti a una media di 35.000 persone lungo le 31 tappe che composero il cammino».
Poi le competenze sportive hanno aperto diverse porte...
«Già, non solo basket, ma anche grandi eventi di beach soccer, o i camp di Gallinari, Del Piero e Castrogiovanni, per passare poi alle Final Four di Eurolega, fino dell’Nba Fan Zone e dell’Nba 3X Tour. È un lavoro divertente, a contatto con la gente».
Gabriele Pinna
Leggi tutta l’intervista sull’Eco di Biella di giovedì 5 novembre 2015