«Non chiudete la “mutua” di via Fecia o moriremo»
BIELLA - «Non vogliamo che, dopo il trasferimento dell’ospedale e la progressiva desertificazione commerciale del centro, lo stesso fenomeno si ripeta anche nella zona del Vernato e in quella di via Galimberti». E’ questo il senso della lunga lettera che i commercianti della zona hanno inviato al direttore generale dell’Asl di Biella, Gianni Bonelli, per cercare di fermare la chiusura della vecchia “mutua”, quella di via Fecia di Cossato, che in questi giorni ha visto sparire il servizio di prelievi a favore della struttura di via don Sturzo. I commercianti, in una lunga lettera, esprimono le loro perplessità, ponendo anche l’accento sulla presenza in via Delleani del Sert, che nei piani dell’Asl non verrà spostato nonostante le migliaia di firme ricevute. «Forse è il caso - sottolineano gli operatori commerciali - che qualcuno si prenda la briga di spiegare al direttore generale Gianni Bonelli, che non sta giocando a Risiko, che le sue decisioni possono avere un impatto devastante sulle sorti del nostro territorio. Senza contare che “le grandi manovre” volute dai vertici dell'Asl hanno, o possono avere, una ricaduta diretta anche su altre categorie di cittadini e contribuenti biellesi. Un esempio? Eccolo servito: lo spostamento del Cup (Centro unico delle prenotazioni) da via Fecia di Cossato potrebbe costare la serrata di molti esercizi commerciali del quartiere Vernato. Ci sono negozi, in quella zona, che vivono (il termine più adatto è resistono) grazie “all'indotto” creato dalla struttura sanitaria di cui sopra. La chiusura del centro prenotazioni porterà inevitabilmente ad una contrazione di lavoro pari o superiore al 60% dell'attuale volume d'affari».
Secondo i commercianti, la «diretta conseguenza di queste decisioni calate dall'alto potrebbe essere, in prima istanza, il licenziamento dei dipendenti, che tanto di “gente per strada” ce n'è poca, a Biella... Persone e famiglie che nel giro di pochi mesi rischiano di perdere il lavoro e quindi la fonte di reddito primaria. Dopo il quartiere Centro, anche il Vernato è quindi a rischio desertificazione commerciale. Con il baricentro della città che nonostante i vari proclami e le dichiarazioni di intenti da parte dell'amministrazione, si sposta sempre più a sud, verso la pianura». Poi un riferimento all’incontro col sindaco Marco Cavicchioli, avvenuto nelle scorse settimane: «Bene la sua disponibilità al dialogo - concludono i commercianti - ma un sindaco non può e non deve chiamarsi fuori rispetto alle dinamiche legate al territorio di cui è diretta emanazione. Non può e non deve permettersi di dire che determinate scelte “sono indipendenti dalla sua volontà”.
Enzo Panelli
BIELLA - «Non vogliamo che, dopo il trasferimento dell’ospedale e la progressiva desertificazione commerciale del centro, lo stesso fenomeno si ripeta anche nella zona del Vernato e in quella di via Galimberti». E’ questo il senso della lunga lettera che i commercianti della zona hanno inviato al direttore generale dell’Asl di Biella, Gianni Bonelli, per cercare di fermare la chiusura della vecchia “mutua”, quella di via Fecia di Cossato, che in questi giorni ha visto sparire il servizio di prelievi a favore della struttura di via don Sturzo. I commercianti, in una lunga lettera, esprimono le loro perplessità, ponendo anche l’accento sulla presenza in via Delleani del Sert, che nei piani dell’Asl non verrà spostato nonostante le migliaia di firme ricevute. «Forse è il caso - sottolineano gli operatori commerciali - che qualcuno si prenda la briga di spiegare al direttore generale Gianni Bonelli, che non sta giocando a Risiko, che le sue decisioni possono avere un impatto devastante sulle sorti del nostro territorio. Senza contare che “le grandi manovre” volute dai vertici dell'Asl hanno, o possono avere, una ricaduta diretta anche su altre categorie di cittadini e contribuenti biellesi. Un esempio? Eccolo servito: lo spostamento del Cup (Centro unico delle prenotazioni) da via Fecia di Cossato potrebbe costare la serrata di molti esercizi commerciali del quartiere Vernato. Ci sono negozi, in quella zona, che vivono (il termine più adatto è resistono) grazie “all'indotto” creato dalla struttura sanitaria di cui sopra. La chiusura del centro prenotazioni porterà inevitabilmente ad una contrazione di lavoro pari o superiore al 60% dell'attuale volume d'affari».
Secondo i commercianti, la «diretta conseguenza di queste decisioni calate dall'alto potrebbe essere, in prima istanza, il licenziamento dei dipendenti, che tanto di “gente per strada” ce n'è poca, a Biella... Persone e famiglie che nel giro di pochi mesi rischiano di perdere il lavoro e quindi la fonte di reddito primaria. Dopo il quartiere Centro, anche il Vernato è quindi a rischio desertificazione commerciale. Con il baricentro della città che nonostante i vari proclami e le dichiarazioni di intenti da parte dell'amministrazione, si sposta sempre più a sud, verso la pianura». Poi un riferimento all’incontro col sindaco Marco Cavicchioli, avvenuto nelle scorse settimane: «Bene la sua disponibilità al dialogo - concludono i commercianti - ma un sindaco non può e non deve chiamarsi fuori rispetto alle dinamiche legate al territorio di cui è diretta emanazione. Non può e non deve permettersi di dire che determinate scelte “sono indipendenti dalla sua volontà”.
Enzo Panelli