Hall manca l’ultima maglia
Dimentichiamoci la classifica. L’Angelico è andata a giocare su un campo difficilissimo, contro una Rieti reduce da tre vittorie e si è giocata la partita all’ultimo possesso portando al tiro il suo uomo migliore. È vero, il tiro non è entrato. Ma quella di ieri è una Angelico solida, in grado di tenere il campo anche mentalmente e di togliere sicurezze ad una squadra in fiducia.
Poi ci sono i numeri. Primo fra tutti il risultato, 80-79 per Rieti. Poi quel 2 stampato in classifica vicino al nome di Biella. Ma se permettessimo ai numeri di spostare la valutazione di questa partita commetteremmo un errore. Ieri Biella è stata una squadra vera. E già giovedì, nel turno infrasettimanale al Forum contro Agropoli, potrebbe raccogliere i frutti.
Le cose buone. Partiamo da un dato di squadra: il carattere. L’Angelico è scivolata due volte oltre i dieci punti di distacco ed ha rimontato in entrambi i casi con due parziali di 11-0 e di 12-0 sintomo di una squadra in salute.
E poi ha Mike Hall. Per questa categoria è semplicemente un extraterrestre. Ha esordito con una doppia doppia umana, ieri ne ha piazzata una mostruosa: 28+16. È un fattore sotto canestro ed è un fattore da tre (6/12 ieri). Lui c’è, ora sono i compagni che devono imparare a giocare con lui, a trovarsi gli spazi che si aprono quando la difesa raddoppia.
Bene anche Grande e La Torre. Il primo entra dalla panchina e spacca la partita quando si trova davanti l’altro play giovane, Della Rosa. Fatica di più contro Parente, ma mostra personalità.
La Torre invece continua a combattere contro i suoi demoni. Nel terzo quarto riesce ad entrare in campo senza togliersi il sopramaglia e infilare un fallo, una palla persa e perdere Pepper sull’azione successiva. Carrea chiama time out e lo rimette sul parquet: subito un canestro con fallo, seguito da un aiuto difensivo da applausi con sfondamento preso. Da qui alla fine sono solo cose buone.
I prossimi passi. Avere due americani che mettono 48 punti su 79 (più del 60%) è un bella polizza per una buona stagione. Sugli stranieri Biella ha costruito le prime due annate di A2, adesso la storia si ripete. Quello che ancora manca è avere un gruppo di italiani capace di sfruttare i vantaggi che creano Hall e Ferguson. Ecco perché il prossimo passo è aggiungere al repertorio azioni che passano dalle mani americane e finiscono in quelle italiane che hanno lo spazio per prendere un tiro aperto. Ieri è successo sull’ultima azione del terzo quarto: rimbalzo offensivo di Hall, assist per Pierich che mette la bomba del 62-59. In altre occasioni no.
Nota a margine: non era una partita per lunghi (perlomeno non per i nostri), contro Mortellaro e Buckles. Però la prestazione di Infante e Banti (in due, 3 punti e 6 rimbalzi in 28’) è stata una zavorra troppo pesante per poter espugnare Rieti.
Matteo Lusiani
Dimentichiamoci la classifica. L’Angelico è andata a giocare su un campo difficilissimo, contro una Rieti reduce da tre vittorie e si è giocata la partita all’ultimo possesso portando al tiro il suo uomo migliore. È vero, il tiro non è entrato. Ma quella di ieri è una Angelico solida, in grado di tenere il campo anche mentalmente e di togliere sicurezze ad una squadra in fiducia.
Poi ci sono i numeri. Primo fra tutti il risultato, 80-79 per Rieti. Poi quel 2 stampato in classifica vicino al nome di Biella. Ma se permettessimo ai numeri di spostare la valutazione di questa partita commetteremmo un errore. Ieri Biella è stata una squadra vera. E già giovedì, nel turno infrasettimanale al Forum contro Agropoli, potrebbe raccogliere i frutti.
Le cose buone. Partiamo da un dato di squadra: il carattere. L’Angelico è scivolata due volte oltre i dieci punti di distacco ed ha rimontato in entrambi i casi con due parziali di 11-0 e di 12-0 sintomo di una squadra in salute.
E poi ha Mike Hall. Per questa categoria è semplicemente un extraterrestre. Ha esordito con una doppia doppia umana, ieri ne ha piazzata una mostruosa: 28+16. È un fattore sotto canestro ed è un fattore da tre (6/12 ieri). Lui c’è, ora sono i compagni che devono imparare a giocare con lui, a trovarsi gli spazi che si aprono quando la difesa raddoppia.
Bene anche Grande e La Torre. Il primo entra dalla panchina e spacca la partita quando si trova davanti l’altro play giovane, Della Rosa. Fatica di più contro Parente, ma mostra personalità.
La Torre invece continua a combattere contro i suoi demoni. Nel terzo quarto riesce ad entrare in campo senza togliersi il sopramaglia e infilare un fallo, una palla persa e perdere Pepper sull’azione successiva. Carrea chiama time out e lo rimette sul parquet: subito un canestro con fallo, seguito da un aiuto difensivo da applausi con sfondamento preso. Da qui alla fine sono solo cose buone.
I prossimi passi. Avere due americani che mettono 48 punti su 79 (più del 60%) è un bella polizza per una buona stagione. Sugli stranieri Biella ha costruito le prime due annate di A2, adesso la storia si ripete. Quello che ancora manca è avere un gruppo di italiani capace di sfruttare i vantaggi che creano Hall e Ferguson. Ecco perché il prossimo passo è aggiungere al repertorio azioni che passano dalle mani americane e finiscono in quelle italiane che hanno lo spazio per prendere un tiro aperto. Ieri è successo sull’ultima azione del terzo quarto: rimbalzo offensivo di Hall, assist per Pierich che mette la bomba del 62-59. In altre occasioni no.
Nota a margine: non era una partita per lunghi (perlomeno non per i nostri), contro Mortellaro e Buckles. Però la prestazione di Infante e Banti (in due, 3 punti e 6 rimbalzi in 28’) è stata una zavorra troppo pesante per poter espugnare Rieti.
Matteo Lusiani