Torna libero il re delle banconote false

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E’ tornato a casa, a Baveno, dopo essere stato in carcere a Verbania per più di un anno e dieci mesi, Gianmario Griggi, 56 anni, la mente della banda di falsari sgominata a dicembre di due anni fa dai carabinieri che in un garage di Bioglio avevano trovato un vero tesoro di banconote fasulle da 50 euro per un valore complessivo di 77,8 milioni di euro. Per i giudici che in primo grado gli avevano inflitto 12 anni di carcere, era proprio nella sua tipografia che le banconote fasulle venivano stampate. Griggi era già noto alle forze dell’ordine per essere stato arrestato per gli stessi reati nel 1993 e nel 2003 prima di ripetersi ancora dieci anni dopo. I giudici della IV sezione penale della Corte d’Appello di Torino, dopo aver dimezzato il 2 ottobre scorso la condanna di 12 anni inflittagli dal tribunale di Verbania, hanno concesso al re dei falsari gli arresti domiciliari.

E’ tornato a casa, a Baveno, dopo essere stato in carcere a Verbania per più di un anno e dieci mesi, Gianmario Griggi, 56 anni, la mente della banda di falsari sgominata a dicembre di due anni fa dai carabinieri che in un garage di Bioglio avevano trovato un vero tesoro di banconote fasulle da 50 euro per un valore complessivo di 77,8 milioni di euro. Per i giudici che in primo grado gli avevano inflitto 12 anni di carcere, era proprio nella sua tipografia che le banconote fasulle venivano stampate. Griggi era già noto alle forze dell’ordine per essere stato arrestato per gli stessi reati nel 1993 e nel 2003 prima di ripetersi ancora dieci anni dopo. I giudici della IV sezione penale della Corte d’Appello di Torino, dopo aver dimezzato il 2 ottobre scorso la condanna di 12 anni inflittagli dal tribunale di Verbania, hanno concesso al re dei falsari gli arresti domiciliari.
Una decisione che avrebbe tenuto conto della collaborazione da parte del tipografo che lo stesso giorno dell’arresto aveva accompagnato i carabinieri di Verbania nel garage di Bioglio dov’erano custoditi i 172 scatoloni contenenti le banconote contraffatte da 50 euro, stampate nell’agosto 2012. I soldi erano di «fattura pregevole» secondo gli esperti della Banca d’Italia, un otto abbondante in pagella in una scala da uno a dieci, dei veri falsi d’autore. Con un solo difetto al momento del ritrovamento: le banconote erano troppo nuove e dovevano pertanto essere ancora sottoposte a quello che i falsari conoscono come tecnica di invecchiamento.
Griggi collaborò inoltre alla ricostruzione del ruolo ricoperto da ciascun complice della banda, tra i quali due biellesi, una donna Barbara Panizzolo, 46 anni, di Biella, e un noto tipografo del Cossatese, Massimo Pulze, 51 anni, di Cossato. Gli altri due coinvolti nell’inchiesta erano Paolo Erbetta, 43 anni, ed Enzo Martucci, 54 anni, entrambi residenti nel Novarese.
I magistrati torinesi hanno considerato superfluo l’impiego del braccialetto elettronico, convinti che Griggi saprà rispettare la misura che prevede il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con soggetti che non siano i familiari conviventi: violando le disposizioni tornerebbe in cella per l’intera durata della pena.
Valter Caneparo

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