Agenda Digitale di Biella, la prima giornata del corso di formazione
I relatori della prima giornata sono stati Franco Coen Sacerdotti, il responsabile della formazione sulll'Agenda Digitale cittadina, che ha raccontato l'architettura e le linee di intervento dell'agenda digitale stessa. «Ci sono tre aspetti necessari» ha spiegato «perché il progetto funzioni, e debbono essere considerati insieme. Alle infrastrutture, ovvero per esempio alle reti di fibra ottica, e ai servizi, ovvero ai servizi informatici che il Comune può offrire, va aggiunta la consapevolezza, ovvero far sapere dell'esistenza di quei servizi online e fare in modo che più persone possibile li sappiano usare». Va in questa direzione l'azione #Biellainclude, che prevede un corso per avvicinare al mondo del web chi non è abituato a utilizzarlo, illustrato da Massimiliano Monti, coordinatore di quella parte di progetto, nata nei laboratori aperti ormai da quasi un anno che coinvolgono amministratori, tecnici e semplici cittadini. Il gruppo degli aderenti al “Patto del Battistero” (che sarà siglato simbolicamente l'8 dicembre, un anno dopo la partenza) ha già messo le basi per rendere concrete le azioni: «Sono stati raccolti 130mila euro di autofinanziamento» ha sottolineato Coen Sacerdotti. Tra le azioni di prossima attuazione, spicca l'apertura della rete WiFi cittadina senza autenticazione («Siamo al controllo qualità, a Bologna fu una scelta politica fatta tre anni fa per rendere la città più accogliente») e tra le conseguenze positive del “fare rete” c'è stata la partecipazione a un bando di finanziamento europeo da 750mila euro sull'occupabilità: «Non sarebbe stato possibile farlo, nei pochi giorni tra la pubblicazione e la scadenza del termine per presentare le domande, senza avere già in piedi un gruppo unitario di enti e aziende che lavoravano a obiettivi comuni».
Michele Vianello, già vicesindaco di Venezia ed esperto di digitalizzazione di pubblica amministrazione, ha posto l'accento sul metodo di lavoro dei Comuni, che spesso è caratterizzato da ostacoli causati dalle convenzioni più che dalle leggi. «La legge, al contrario, impone tempi stretti alle amministrazioni per diventare digitali fino in fondo» ha detto. «Dal 2016 la carta deve sparire, perché lo dicono le norme. Ma questo mondo funziona se c'è una domanda e un'offerta. Avere un comune digitalizzato e una cittadinanza che non ha dimestichezza con internet è inutile. Una smart city non è una città che ha tutti i lampioni con il wifi ma quella con i cittadini che usano bene il digitale». La sfida è offrire servizi a cui i cittadini si sono abituati grazie alle aziende private: «Con Amazon compro qualunque oggetto da casa, con un Comune l'unica cosa che riesco a fare da casa è scaricare un modulo».
La prima giornata di corso è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube “Città di Biella” e lì la traccia video registrata resterà a disposizione. Accadrà lo stesso anche per la seconda giornata di giovedì 19, quando i relatori saranno Marco Perotto, responsabile enti locali di Csi Piemonte, e Gianluigi Cogo, project manager dell'agenda digitale della Regione Veneto. «Abbiamo imparato che si possono fare cose in modo diverso anche in un Comune» ha sottolineato alla fine della lezione Fulvia Zago, l'assessore che ha la responsabilità di innovazione e agenda digitale. «Se ripensiamo a noi stessi come fruitori e non solo come fornitori, sappiamo meglio approcciarci alle esigenze dei cittadini ed offrire un servizio efficace. Chi ha partecipato al corso ha potuto vedere come sia possibile partire da questo momento di crisi considerandolo un momento zero e quindi un'opportunità per ricostruire un modello di approccio digitale intelligente basato su concrete azioni per migliorare i servizi offerti».
I relatori della prima giornata sono stati Franco Coen Sacerdotti, il responsabile della formazione sulll'Agenda Digitale cittadina, che ha raccontato l'architettura e le linee di intervento dell'agenda digitale stessa. «Ci sono tre aspetti necessari» ha spiegato «perché il progetto funzioni, e debbono essere considerati insieme. Alle infrastrutture, ovvero per esempio alle reti di fibra ottica, e ai servizi, ovvero ai servizi informatici che il Comune può offrire, va aggiunta la consapevolezza, ovvero far sapere dell'esistenza di quei servizi online e fare in modo che più persone possibile li sappiano usare». Va in questa direzione l'azione #Biellainclude, che prevede un corso per avvicinare al mondo del web chi non è abituato a utilizzarlo, illustrato da Massimiliano Monti, coordinatore di quella parte di progetto, nata nei laboratori aperti ormai da quasi un anno che coinvolgono amministratori, tecnici e semplici cittadini. Il gruppo degli aderenti al “Patto del Battistero” (che sarà siglato simbolicamente l'8 dicembre, un anno dopo la partenza) ha già messo le basi per rendere concrete le azioni: «Sono stati raccolti 130mila euro di autofinanziamento» ha sottolineato Coen Sacerdotti. Tra le azioni di prossima attuazione, spicca l'apertura della rete WiFi cittadina senza autenticazione («Siamo al controllo qualità, a Bologna fu una scelta politica fatta tre anni fa per rendere la città più accogliente») e tra le conseguenze positive del “fare rete” c'è stata la partecipazione a un bando di finanziamento europeo da 750mila euro sull'occupabilità: «Non sarebbe stato possibile farlo, nei pochi giorni tra la pubblicazione e la scadenza del termine per presentare le domande, senza avere già in piedi un gruppo unitario di enti e aziende che lavoravano a obiettivi comuni».
Michele Vianello, già vicesindaco di Venezia ed esperto di digitalizzazione di pubblica amministrazione, ha posto l'accento sul metodo di lavoro dei Comuni, che spesso è caratterizzato da ostacoli causati dalle convenzioni più che dalle leggi. «La legge, al contrario, impone tempi stretti alle amministrazioni per diventare digitali fino in fondo» ha detto. «Dal 2016 la carta deve sparire, perché lo dicono le norme. Ma questo mondo funziona se c'è una domanda e un'offerta. Avere un comune digitalizzato e una cittadinanza che non ha dimestichezza con internet è inutile. Una smart city non è una città che ha tutti i lampioni con il wifi ma quella con i cittadini che usano bene il digitale». La sfida è offrire servizi a cui i cittadini si sono abituati grazie alle aziende private: «Con Amazon compro qualunque oggetto da casa, con un Comune l'unica cosa che riesco a fare da casa è scaricare un modulo».
La prima giornata di corso è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube “Città di Biella” e lì la traccia video registrata resterà a disposizione. Accadrà lo stesso anche per la seconda giornata di giovedì 19, quando i relatori saranno Marco Perotto, responsabile enti locali di Csi Piemonte, e Gianluigi Cogo, project manager dell'agenda digitale della Regione Veneto. «Abbiamo imparato che si possono fare cose in modo diverso anche in un Comune» ha sottolineato alla fine della lezione Fulvia Zago, l'assessore che ha la responsabilità di innovazione e agenda digitale. «Se ripensiamo a noi stessi come fruitori e non solo come fornitori, sappiamo meglio approcciarci alle esigenze dei cittadini ed offrire un servizio efficace. Chi ha partecipato al corso ha potuto vedere come sia possibile partire da questo momento di crisi considerandolo un momento zero e quindi un'opportunità per ricostruire un modello di approccio digitale intelligente basato su concrete azioni per migliorare i servizi offerti».