Poste, contro la chiusura ricorso a Mattarella

Poste, contro la chiusura ricorso a Mattarella
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VIGLIANO - L’amministrazione comunale non si è rassegnata alla chiusura dell’ufficio postale di piazza Roma, effettuata da Poste Italiane dal mese di settembre.

In un primo momento la giunta aveva deliberato di fare ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale del Piemonte, poi però, sentito il parere di un esperto di diritto amministrativo, l’avvocato Alberto Savatteri di Torino, che nelle sue valutazioni ha espresso dubbi sulla possibilità di ottenere un risultato positivo dal Tar, visti i tempi e i termini del ricorso, ha deciso di presentare il ricorso al Capo dello Stato, che, attraverso il Consiglio di Stato, prenderà la decisione.

Le motivazioni con cui la giunta viglianese ha deciso di contestare la chiusura del piccolo, ma  molto frequentato ufficio di via Roma, sono negli accordi presi con Poste Italiane nel 2007, quando la società decise di istituire il nuovo ufficio postale in via Libertà al confine con Biella, spostandosi dai  locali comunali di piazza Roma. Le proteste di amministratori e cittadini portarono al riconoscimento, da parte di Poste Italiane, della necessità di mantenere un presidio in centro paese, fu così deciso di mantenere un piccolo ufficio in piazza Roma dove appunto già esisteva il vecchio ufficio delle Poste. Per ottenere il presidio, l’amministrazione comunale del sindaco Luca Sangalli, proprietaria dello stabile, agevolò  Poste Italiane,  con un affitto simbolico di 150 euro al mese che comprendeva anche le spese di riscaldamento e fornitura dell’acqua. L’ufficio restava aperto due giorni alla settimana. Sino ad un anno fa quanto Poste Italiane comunicò al Comune la volontà di chiudere nel Biellese alcuni piccoli uffici, tra cui quello di piazza Roma, adducendo motivazioni gestionali ed economiche.

Contro la decisione di chiusura dell’ufficio postale furono raccolte  oltre 700 firme, ma  a settembre di quest’anno fu chiuso. Il Comune contesta questa decisione, motivando come il Ministero dello Sviluppo Economico nel 2008,  con un proprio decreto, sostenne, nei confronti di Poste Italiane la necessità di garantire l’accessibilità al servizio postale universale. Ma solo un anno dopo avvenne il dietrofront, con il Contratto di programma sottoscritto tra il Ministero e Poste Italiane, che prevedeva che, «gli uffici che non garantivano condizioni d equilibrio economico» venissero chiusi, quello di via Roma rientrava tra questi. Ora la decisione del Comune di citare in giudizio Poste Italiane davanti al Capo dello Stato.

Sante Tregnago

VIGLIANO - L’amministrazione comunale non si è rassegnata alla chiusura dell’ufficio postale di piazza Roma, effettuata da Poste Italiane dal mese di settembre.

In un primo momento la giunta aveva deliberato di fare ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale del Piemonte, poi però, sentito il parere di un esperto di diritto amministrativo, l’avvocato Alberto Savatteri di Torino, che nelle sue valutazioni ha espresso dubbi sulla possibilità di ottenere un risultato positivo dal Tar, visti i tempi e i termini del ricorso, ha deciso di presentare il ricorso al Capo dello Stato, che, attraverso il Consiglio di Stato, prenderà la decisione.

Le motivazioni con cui la giunta viglianese ha deciso di contestare la chiusura del piccolo, ma  molto frequentato ufficio di via Roma, sono negli accordi presi con Poste Italiane nel 2007, quando la società decise di istituire il nuovo ufficio postale in via Libertà al confine con Biella, spostandosi dai  locali comunali di piazza Roma. Le proteste di amministratori e cittadini portarono al riconoscimento, da parte di Poste Italiane, della necessità di mantenere un presidio in centro paese, fu così deciso di mantenere un piccolo ufficio in piazza Roma dove appunto già esisteva il vecchio ufficio delle Poste. Per ottenere il presidio, l’amministrazione comunale del sindaco Luca Sangalli, proprietaria dello stabile, agevolò  Poste Italiane,  con un affitto simbolico di 150 euro al mese che comprendeva anche le spese di riscaldamento e fornitura dell’acqua. L’ufficio restava aperto due giorni alla settimana. Sino ad un anno fa quanto Poste Italiane comunicò al Comune la volontà di chiudere nel Biellese alcuni piccoli uffici, tra cui quello di piazza Roma, adducendo motivazioni gestionali ed economiche.

Contro la decisione di chiusura dell’ufficio postale furono raccolte  oltre 700 firme, ma  a settembre di quest’anno fu chiuso. Il Comune contesta questa decisione, motivando come il Ministero dello Sviluppo Economico nel 2008,  con un proprio decreto, sostenne, nei confronti di Poste Italiane la necessità di garantire l’accessibilità al servizio postale universale. Ma solo un anno dopo avvenne il dietrofront, con il Contratto di programma sottoscritto tra il Ministero e Poste Italiane, che prevedeva che, «gli uffici che non garantivano condizioni d equilibrio economico» venissero chiusi, quello di via Roma rientrava tra questi. Ora la decisione del Comune di citare in giudizio Poste Italiane davanti al Capo dello Stato.

Sante Tregnago

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