«La cultura rilancia il territorio»

«La cultura rilancia il territorio»
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C’è un borgo medievale, abbandonato al degrado e alle erbacce, che rinasce e diventa uno dei borghi più belli d’Italia. Ci sono vecchi vigneti che resuscitano e danno vini apprezzati e premiati nel mondo. C’è il sogno visionario di un imprenditore ottocentesco, che dà vita ad un giardino botanico unico nel suo genere. E poi il mondo delle vecchie fabbriche, che si trasforma in storie, documentari, racconti, mostre, itinerari turistici. E uno spazio di grande 

creatività artistica che connette Biella al mondo. C’è perfino un nuovo piccolo e audace museo, che nasce e decolla in mezzo al nulla. E, per guardare avanti, ci potrebbe essere un centro storico, oggi svuotato, che recupera il suo ruolo trasformandosi in attrattore commerciale e culturale. E di storie di successo ce ne sarebbero tante altre, a guardarsi intorno: storie che raccontano come un territorio e la sua cultura - la sua arte, la storia, i protagonisti, le tradizioni, i valori, i paesaggi, i fiumi e le montagne, i prodotti della terra e il cibo - possano diventare motore di un rilancio sociale ed economico. Ma riescono davvero ad esserlo, in un contesto come quello biellese, storicamente connotato in modo così marcato dalla ‘monocultura’ legata al manifatturiero tessile? E’ stato questo il tema del convegno organizzato sabato scorso nella sala convegni di Biverbanca dall’Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti, dal titolo “Dalla Cultura dell’Industria alla Industria della Cultura”. Si tratta del decimo incontro annuale che la sezione di Biella dell’Ucid organizza per offrire spunti di riflessione e analisi su questioni rilevanti per il Biellese, e quest’anno l’attenzione è stata rivolta – in collaborazione con il DocBi, Centro Studi Biellesi – proprio alle opportunità, anche economiche, offerte dai valori culturali locali. Dopo i saluti di Vittorio Donati, presidente Ucid Biella, di Riccardo Ghidella, presidente regionale Ucid, e di don Carlo Borrione, parroco di Coggiola, ha preso il via una nutrita carrellata di case histories, moderata dal giornalista Silvano Esposito.

Il convegno Ucid è stato anche l’occasione per la consegna del “Premio Zaccheo” a due donne molto diverse tra di loro: Ercolina Calcaterra, da sempre impegnata in attività sociali; e Marilena Bolli, presidente dell’Unione Industriale Biellese. Si tratta di un riconoscimento che, dal 2006, ogni due anni viene assegnato a esponenti della vita economica e sociale che abbiano dato concreta testimonianza dei principi cristiani, distinguendosi per l’impegno etico posto alla base del proprio lavoro. E’ ispirato alla figura di Zaccheo, citata nel vangelo di Luca: un ricco pubblicano che, per incontrare Gesù, sale su un sicomoro e, dopo averlo incontrato, si converte e dona metà dei suoi beni ai poveri.

Simona Perolo 

 

Leggi di più sull’eEo di Biella di lunedì 23 novembre 2015 

C’è un borgo medievale, abbandonato al degrado e alle erbacce, che rinasce e diventa uno dei borghi più belli d’Italia. Ci sono vecchi vigneti che resuscitano e danno vini apprezzati e premiati nel mondo. C’è il sogno visionario di un imprenditore ottocentesco, che dà vita ad un giardino botanico unico nel suo genere. E poi il mondo delle vecchie fabbriche, che si trasforma in storie, documentari, racconti, mostre, itinerari turistici. E uno spazio di grande 

creatività artistica che connette Biella al mondo. C’è perfino un nuovo piccolo e audace museo, che nasce e decolla in mezzo al nulla. E, per guardare avanti, ci potrebbe essere un centro storico, oggi svuotato, che recupera il suo ruolo trasformandosi in attrattore commerciale e culturale. E di storie di successo ce ne sarebbero tante altre, a guardarsi intorno: storie che raccontano come un territorio e la sua cultura - la sua arte, la storia, i protagonisti, le tradizioni, i valori, i paesaggi, i fiumi e le montagne, i prodotti della terra e il cibo - possano diventare motore di un rilancio sociale ed economico. Ma riescono davvero ad esserlo, in un contesto come quello biellese, storicamente connotato in modo così marcato dalla ‘monocultura’ legata al manifatturiero tessile? E’ stato questo il tema del convegno organizzato sabato scorso nella sala convegni di Biverbanca dall’Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti, dal titolo “Dalla Cultura dell’Industria alla Industria della Cultura”. Si tratta del decimo incontro annuale che la sezione di Biella dell’Ucid organizza per offrire spunti di riflessione e analisi su questioni rilevanti per il Biellese, e quest’anno l’attenzione è stata rivolta – in collaborazione con il DocBi, Centro Studi Biellesi – proprio alle opportunità, anche economiche, offerte dai valori culturali locali. Dopo i saluti di Vittorio Donati, presidente Ucid Biella, di Riccardo Ghidella, presidente regionale Ucid, e di don Carlo Borrione, parroco di Coggiola, ha preso il via una nutrita carrellata di case histories, moderata dal giornalista Silvano Esposito.

Il convegno Ucid è stato anche l’occasione per la consegna del “Premio Zaccheo” a due donne molto diverse tra di loro: Ercolina Calcaterra, da sempre impegnata in attività sociali; e Marilena Bolli, presidente dell’Unione Industriale Biellese. Si tratta di un riconoscimento che, dal 2006, ogni due anni viene assegnato a esponenti della vita economica e sociale che abbiano dato concreta testimonianza dei principi cristiani, distinguendosi per l’impegno etico posto alla base del proprio lavoro. E’ ispirato alla figura di Zaccheo, citata nel vangelo di Luca: un ricco pubblicano che, per incontrare Gesù, sale su un sicomoro e, dopo averlo incontrato, si converte e dona metà dei suoi beni ai poveri.

Simona Perolo 

 

Leggi di più sull’eEo di Biella di lunedì 23 novembre 2015 

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