Finanzieri sventano un altro suicidio sul ponte della tangenziale
I finanzieri hanno convinto una ragazza a non gettarsi dal ponte della tangenziale in seguito a una delusione d’amore. Come angeli in divisa, si sono messi a dialogare con la giovane intenzionata a farla finita. Alla fine l’hanno prima convinta a seguirli in caserma e in seguito in ospedale dov’è stata affidata alle cure e al sostegno psicologico di uno specialista.
E’ stato un militare delle Fiamme gialle libero dal servizio, l’altro giorno, a contattare i colleghi dopo aver notato due ragazze sedute in auto posteggiata in un piccolo spiazzo a pochi metri dal ponte della tangenziale di corso Lago Maggiore e dalle sue barriere del tutto inadeguate, troppo facili da scavalcare da chiunque, come i tanti, troppi suicidi del passato hanno ormai dimostrato ampiamente. Una delle due ragazze era particolarmente agitata. Le sue intenzioni reali sono state confidate ai due finanzieri inviati pochi minuti dopo dagli operatori della centrale del “117”.
Valter Caneparo
Leggi di più sull’Eco di Biella di sabato 9 gennaio 2016
I finanzieri hanno convinto una ragazza a non gettarsi dal ponte della tangenziale in seguito a una delusione d’amore. Come angeli in divisa, si sono messi a dialogare con la giovane intenzionata a farla finita. Alla fine l’hanno prima convinta a seguirli in caserma e in seguito in ospedale dov’è stata affidata alle cure e al sostegno psicologico di uno specialista.
E’ stato un militare delle Fiamme gialle libero dal servizio, l’altro giorno, a contattare i colleghi dopo aver notato due ragazze sedute in auto posteggiata in un piccolo spiazzo a pochi metri dal ponte della tangenziale di corso Lago Maggiore e dalle sue barriere del tutto inadeguate, troppo facili da scavalcare da chiunque, come i tanti, troppi suicidi del passato hanno ormai dimostrato ampiamente. Una delle due ragazze era particolarmente agitata. Le sue intenzioni reali sono state confidate ai due finanzieri inviati pochi minuti dopo dagli operatori della centrale del “117”.
Valter Caneparo
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