A Cossato aiuto sociale solo a chi si offre volontario in favore delle associazioni
COSSATO - Una riunione operativa delle associazioni di volontariato, aderenti alla “rete di solidarietà’’, si è svolta nei giorni scorsi, a Villa Ranzoni. «Ultimamente, c’è poca disponibilità fra i fruitori del progetto ‘’Fra Galdino’’ e dei contributi elargiti nei confronti delle associazioni che ne fanno parte – ha esordito l’assessore ai servizi sociali, Enrico Moggio –. Non c’è, infatti, un’adeguata correlazione fra quanti ricevono degli aiuti, in denaro o in generi alimentari, e quanti li danno nel senso che si vorrebbe che chi riceve un aiuto, prenda un certo impegno con le associazioni».
In pratica, il vicesindaco ha proposto che chi accede ad aiuti, ovviamente se è in grado di farlo (il capofamiglia o i suoi figli), si debba rendere disponibile a prestare un servizio, sotto forma di volontariato, alle locali associazioni operanti nel sociale che fanno parte della “rete’’.
All’incontro erano presenti Angela Pozza del Gruppo di volontariato Vincenziano di Santa Maria Assunta, Elide Bussolino ed Elena Ballotta dell’associazione La Speranza dell’omonima parrocchia, Stefano Zucchi e Vittorio Bellotti della Caritas Diocesana, il tecnico volontario degli “orti solidali’’ Alfredo Sunder, i coordinatori degli orti solidali, Carmelo Alongi e Silvia Poma, nonché Franco Graziola del Fondo di solidarietà sociale Maria Bianco.
«Sono diversi i compiti che queste persone potrebbero svolgere, fra le quali: affiancare l’autista dello scuolabus durante il trasporto degli allievi, o nella palestre come la compresenza, compiere dei lavoretti nelle sedi delle associazioni, pulire i cortili degli oratori e le aule del catechismo, e così via. Il problema più grosso è quello dell’assicurazione di queste persone mentre si rendono disponibili». Tutti hanno convenuto che questa iniziativa avrebbe, senz’altro, una forte rilevanza educativa, un percorso per non premiare chi non lo merita.
Anche su proposta di Stefano Zucchi, quanto prima, verrà stilato un elenco delle possibili mansioni da affidare, tenendo anche conto delle capacità e dell’esperienza delle singole persone, per poi rivolgersi a delle assicurazioni, in modo da poter ricevere adeguati suggerimenti in merito e dei preventivi sulla spesa. Inoltre, verrà stilato un apposito foglio che spiegherà, diffusamente, l’iniziativa con, a fianco (o sul retro) la raccolta delle disponibilità delle persone interessate, da distribuire poi a tutte le associazioni affinché si agisca in modo uniforme, non appena sarà stata trovata la soluzione di copertura assicurativa.
R.E.B.
COSSATO - Una riunione operativa delle associazioni di volontariato, aderenti alla “rete di solidarietà’’, si è svolta nei giorni scorsi, a Villa Ranzoni. «Ultimamente, c’è poca disponibilità fra i fruitori del progetto ‘’Fra Galdino’’ e dei contributi elargiti nei confronti delle associazioni che ne fanno parte – ha esordito l’assessore ai servizi sociali, Enrico Moggio –. Non c’è, infatti, un’adeguata correlazione fra quanti ricevono degli aiuti, in denaro o in generi alimentari, e quanti li danno nel senso che si vorrebbe che chi riceve un aiuto, prenda un certo impegno con le associazioni».
In pratica, il vicesindaco ha proposto che chi accede ad aiuti, ovviamente se è in grado di farlo (il capofamiglia o i suoi figli), si debba rendere disponibile a prestare un servizio, sotto forma di volontariato, alle locali associazioni operanti nel sociale che fanno parte della “rete’’.
All’incontro erano presenti Angela Pozza del Gruppo di volontariato Vincenziano di Santa Maria Assunta, Elide Bussolino ed Elena Ballotta dell’associazione La Speranza dell’omonima parrocchia, Stefano Zucchi e Vittorio Bellotti della Caritas Diocesana, il tecnico volontario degli “orti solidali’’ Alfredo Sunder, i coordinatori degli orti solidali, Carmelo Alongi e Silvia Poma, nonché Franco Graziola del Fondo di solidarietà sociale Maria Bianco.
«Sono diversi i compiti che queste persone potrebbero svolgere, fra le quali: affiancare l’autista dello scuolabus durante il trasporto degli allievi, o nella palestre come la compresenza, compiere dei lavoretti nelle sedi delle associazioni, pulire i cortili degli oratori e le aule del catechismo, e così via. Il problema più grosso è quello dell’assicurazione di queste persone mentre si rendono disponibili». Tutti hanno convenuto che questa iniziativa avrebbe, senz’altro, una forte rilevanza educativa, un percorso per non premiare chi non lo merita.
Anche su proposta di Stefano Zucchi, quanto prima, verrà stilato un elenco delle possibili mansioni da affidare, tenendo anche conto delle capacità e dell’esperienza delle singole persone, per poi rivolgersi a delle assicurazioni, in modo da poter ricevere adeguati suggerimenti in merito e dei preventivi sulla spesa. Inoltre, verrà stilato un apposito foglio che spiegherà, diffusamente, l’iniziativa con, a fianco (o sul retro) la raccolta delle disponibilità delle persone interessate, da distribuire poi a tutte le associazioni affinché si agisca in modo uniforme, non appena sarà stata trovata la soluzione di copertura assicurativa.
R.E.B.
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